Acciaio ma non solo: come migliorare i rapporti Svizzera-UE?
Aggiornare gli accordi bilaterali e rendere meno fredde le relazioni fra Svizzera e Unione Europea, incrinatesi nel febbraio del 2014. Con questi obiettivi il ministro dell’economia elvetico Johann Schneider-Ammann si è recato giovedì a Bruxelles. Ma la scommessa è ancora lungi dall’essere vinta.
La Svizzera, pur essendo un partner commerciale importante dell’Unione Europea, è spesso dimenticata, data la sua assenza nelle sedi politiche. Un esempio è l’acciaio svizzero, penalizzato a causa delle misure messe in atto dall’UE per difendersi dalle enormi produzioni di Cina, Ucraina e Bielorussia.
Per discutere di questo e, più in generale, dell’aggiornamento degli accordi bilaterali, il responsabile del Dipartimento federale dell’economia Johann Schneider-Ammann era giovedì a Bruxelles dove ha incontrato il vicepresidente della Commissione europea e responsabile del mercato interno digitale, Andrus Ansip, e la commissaria UE per il commercio, Cecilia Malmström.
Questione di “reciproco interesse”
A Malmström, il ministro elvetico ha detto che gli accordi bilaterali “sono stati stipulati nel reciproco interesse ed è tuttora nell’interesse dell’una e dell’altra parte che i loro meccanismi rimangano perfettamente funzionanti”. Cosa che presuppone “un aggiornamento periodico e accurato, ad esempio in materia di ostacoli tecnici al commercio”.
Con Ansip, Schneider-Ammann ha discusso invece delle strategie sulla digitalizzazione. Lo scopo comune di Berna e Bruxelles è “definire le condizioni quadro ottimali affinché l’economia, la scienza e la società possano sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla digitalizzazione.
Le discussioni saranno ancora lunghe e difficili. L’accettazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa da parte del popolo svizzero il 9 febbraio 2014, infatti, rende ancora molto delicate le relazioni tra la Confederazione e l’UE.
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