Emissioni di CO2, misure più incisive all’orizzonte
Il Governo svizzero ha presentato venerdì le misure che intende adottare per rispettare gli impegni assunti con l'Accordo di Parigi sul clima, ossia la riduzione delle emissioni di CO2 del 50% rispetto al 1990. Interventi sono previsti nei settori immobiliare, dell'industria e dell'agricoltura e dei trasporti. La benzina potrebbe diventare più cara.
La presidente della Confederazione e ministra dei trasporti Doris Leuthard, ha presentato venerdì in una conferenza stampa gli obiettivi contenuti nella revisione totale della Legge sul CO2. Le emissioni di gas serra in Svizzera dovranno così essere ridotte entro il 2030 di almeno il 30% rispetto al 1990. Il restante 20% sarà realizzato adottando misure all’estero.
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Il fulcro della politica climatica svizzera rimarrà, anche dopo il 2020, la tassa sul CO2. L’aliquota massima, attualmente limitata a 120 franchi, verrà portata a 210 franchi per tonnellata di CO2.
Tuttavia, ha precisato Leuthard, se le emissioni diminuiranno in misura sufficiente, il tetto massimo non verrà raggiunto. Il provento della tassa continuerà ad essere ridistribuito alla popolazione (attraverso gli assicuratori malattia) e alle imprese.
Benzina più cara?
Più in dettaglio, il settore dei trasporti, responsabile della maggior parte delle emissioni di gas ad effetto serra (32,1% del totale), dovrà aumentare la quota di carburanti da fonti rinnovabili. Inoltre, è previsto di inasprire progressivamente le prescrizioni in materia di emissioni di anidride carbonica applicabili ai veicoli stradali nuovi.
Attualmente vige un valore obiettivo di 130 grammi di CO2 per chilometro. Con l’adozione della Strategia energetica 2050 questo scenderà a quota 95. Come nell’UE, questi valori devono essere soddisfatti annualmente nel periodo 2021–2024.
La quota di emissioni provenienti da carburanti dovrà inoltre essere compensata dagli importatori e potrà aumentare fino al 90%, il 15% del quali dovrà esserlo in Svizzera. Almeno il 5% delle emissioni dovranno essere compensate con carburanti ottenuti da materie prime rinnovabili.
Ciò potrà provocare un aumento dei prezzi della benzina. Il rincaro, secondo il direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) Marc Chardonnens è difficile da calcolare ma potrebbe essere di 4-10 centesimi al litro.
Settore immobiliare
Nel settore immobiliare, gli interventi (450 milioni all’anno) saranno finanziati dal Programma Edifici introdotto con la Strategia energetica 2050. Per contro la destinazione parzialmente vincolata della tassa sul CO2 sarà come previsto limitata al 2025.
L’obiettivo è di ridurre entro il 2050 di almeno il 20% rispetto al 1990 le emissioni di CO2 derivanti dagli edifici. Questo valore si basa sulla previsione che in futuro le costruzioni nuove e quelle rinnovate aumenteranno il loro fabbisogno di calore solo in misura ridotta e il loro riscaldamento avrà un impatto in larga misura neutro in termini di emissioni di anidride carbonica.
Più flessibilità nell’industria
Nell’industria, che ha già notevolmente diminuito il volume di emissioni di gas serra, sono previste misure flessibili. Le grandi imprese a forte intensità di emissioni potranno beneficiare del collegamento dei sistemi di scambio di quote di emissioni tra Svizzera e UE.
Le piccole e medie imprese beneficeranno dell’esenzione della tassa sul CO2 se si assumeranno impegni di riduzione delle emissioni. Il loro numero è stimato a 5’000-10’000, contro 1’000 attualmente.
“Meno dipendenza dall’estero”
Con il progetto presentato venerdì, le emissioni di gas serra della Svizzera rispetto al 1990 saranno ridotte complessivamente di 26,9 milioni di tonnellate di CO2, di cui 18,6 milioni nella Confederazione. Grazie al calo del consumo di energie fossili, la dipendenza dall’estero potrà diminuire, ciò che, secondo il governo, rafforzerà la posizione delle imprese elvetiche nel contesto della concorrenza internazionale.
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