Lo scandalo delle tangenti legate alla società petrolifera Petrobras coinvolge un ex banchiere svizzero e spagnolo, impiegato all’allora BSI. La procura generale del Brasile lo accusa di riciclaggio di denaro per una somma di 21,7 milioni di dollari.
Il consulente patrimoniale della BSI, istituto nel frattempo rilevato da EFG, è stato arrestato il 27 novembre all’aeroporto di San Paolo, dove era appena atterrato.
Su di lui pendeva un mandato di detenzione preventiva, emesso lo scorso 3 ottobre dal giudice Sergio Moro, responsabile delle indagini sullo scandalo di corruzione.
Tra i clienti dell’accusato figura anche l’ex presidente del parlamento brasiliano Eduardo Cunha, il politico più in vista dello scandalo, al quale è stata inflitta una pena di 15 anni di reclusione per aver intascato tangenti.
Lo scandalo Petrobras ha travolto diversi uomini d’affari e politici di spicco del paese latinoamericano, tra cui gli ex presidenti Lula e Dilma Rousseff. Società di costruzioni avrebbero pagato mazzette all’azienda petrolifera statale, poi finite nelle tasche dei politici.
Secondo la procura generale del Brasile, l’ex banchiere sapeva che i soldi di Cunha erano il frutto di corruzione e avrebbe eseguito le transazioni illegali fornendo alla banca false informazioni.
L’imputato, che ha la doppia nazionalità svizzera e spagnola, si trova ora nel carcere di Curitiba e sarà processato nelle prossime settimane.
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