Crediti Covid, arrestati presunti autori di una truffa da 1,5 milioni
Due imprenditori italiani sono stati arrestati per truffa in Ticino. Avrebbero alterato i bilanci delle loro società con sede a Lugano per percepire indebitamente crediti Covid più sostanziosi.
L’indagine è scattata dopo la segnalazione di una banca. La cifra percepita indebitamente si aggira attorno al milione e mezzo di franchi, finito in buona parte in una società svizzera attiva nel settore petrolifero. I due, ora in detenzione preventiva, volevano partecipare in un lucroso affare.
La somma è stata raccolta in diverse tappe nel corso della seconda metà del 2020 per mezzo di tre società con sede a Lugano appartenenti ai presunti truffatori, che hanno parzialmente ammesso i fatti. Si sospetta che ne abbiano alterato i bilanci per aumentare l’entità dei prestiti (fissati al 10% della cifra d’affari).
Due altre persone sono sotto inchiesta sono ancora in libertà.
Si tratta della più grande truffa legata al Covid scoperta in Ticino. Finora la più clamorosa ammontava a 660’000 franchi percepiti indebitamente.
Una trentina gli altri casi attualmente sul tavolo del ministero pubblico. In media si parla di due indagati per incarto, e di importi che si aggirano attorno ai 200’000 franchi.
tvsvizzera.it/Zz con RSI TG del (26.01.2021)
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