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Al Locarno Film Festival Tajani e Cassis parlano della pace in Ucraina

Tajani e Cassis.
Antonio Tajani e Ignazio Cassis alla Giornata della diplomazia organizzata nell'ambito del Locarno Film Festival. Keystone / Jean-Christophe Bott

È stata la Giornata della Diplomazia al Locarno Film Festival che ha visto l’Italia come Paese ospite. L'occasione per celebrare i forti legami culturali tra Italia e Svizzera. Il ministro degli esteri elvetico Ignazio Cassis ha così incontrato il suo collega italiano Antonio Tajani con il quale ha pure fatto il punto sui rapporti bilaterali. I due ministri hanno poi affrontato il dossier chiave della guerra in Ucraina. 

Già alla vigilia dell’incontro, il vicepremier italiano Antonio Tajani ha ricordato che “con Cassis avremo modo di fare il punto sull’eccellente rapporto bilaterale” e ha aggiunto come “negli ultimi anni il dialogo tra i due Governi si sia intensificato”, consentendo ai due Governi di trovare soluzioni a questioni aperte da anni: dall’annoso dossier dei lavoratori frontalieriCollegamento esterno (accordo entrato in vigore il 17 luglio 2023), al partenariato su trasportiCollegamento esterno, infrastrutture, energia fino alla recente firma di un Accordo bilaterale in materia migratoriaCollegamento esterno del maggio scorso. 

Ucraina al centro delle discussioni 

I due ministri hanno però dedicato il loro incontro alla situazione ucraina. L’Italia, fa sapere la Farnesina, al fianco della Svizzera vuole dare vigore alla via diplomatica per una soluzione della guerra in Ucraina, facendo tesoro della conferenza di pace del Bürgenstock del 16 giugno scorso, organizzata dalla Svizzera, e spingendo sulla preparazione di un tavolo che – al momento giusto – possa accogliere anche la Russia. 

Su questa spinta, Ignazio Cassis e Antonio Tajani hanno così firmato a Locarno una dichiarazione congiunta. In essa i due ministri esprimono la loro “profonda preoccupazione” per la “continua aggressione” della Russia contro l’Ucraina. La dichiarazione intende sottolineare l’impegno comune dei due Paesi per la pace. 

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“Voglio ringraziare il Governo svizzero per l’importante contributo agli sforzi di mediazione per giungere a una pace giusta in Ucraina. La conferenza di pace in Svizzera è stato un rilevante passo in avanti”, ha sottolineato il ministro italiano. L’Italia guarda infatti con attenzione a ogni sforzo che possa contribuire a costruire un tavolo negoziale e al momento – per quanto ancora contrastato pubblicamente dai russi – quello svizzero sembra l’iniziativa più solida.  

Inoltre, Berna cerca di mantenere un dialogo aperto con Mosca, sebbene più volte messo in discussione sia dal ministro degli esteri russo Lavrov sia dall’ambasciatore russo in Svizzera Sergei Garmonin. Nonostante queste frizioni, Ignazio Cassis ha incontrato il 16 luglio a New York il capo della diplomazia russa Lavrov che si sarebbe mostrato interessato a una partecipazione della Russia ai prossimi negoziati.  

In Italia la prossima conferenza sull’Ucraina  

L’Italia ospiterà la Conferenza Internazionale sulla ricostruzione nel 2025 che seguirà i principi stabiliti nel primo appuntamento sul tema a Lugano nel 2022. Ma l’obiettivo per Roma resta la fine del conflitto, e l’impegno di Italia e Svizzera – ribadito da Tajani e Cassis – è per la costruzione di un percorso diplomatico verso una pace che sia giusta, complessiva e duratura.  

In questo senso, Roma e Berna sono pronte a cooperare per creare le migliori condizioni possibili per un secondo vertice sulla pace che stavolta – possibilmente – veda la partecipazione anche della Russia. L’appello a tutti gli attori internazionali è di contribuire al raggiungimento di una piattaforma negoziale condivisa. 

Non è la prima volta che si parla di pace a Locarno. Novantanove anni fa proprio a Locarno si era  infatti tenuta una Conferenza di paceCollegamento esterno dove venne firmato il cosiddetto Patto Renano tra Germania, Francia, Belgio, Gran Bertagna e Italia. In sintesi, il patto prevedeva una garanzia collettiva delle frontiere francese e belga con la Germania, la smilitarizzazione di una zona sulla sponda sinistra del Reno, il divieto di ogni aggressione e l’obbligo di ricorrere all’arbitrato pacifico in caso di controversie. La Gran Bretagna e l’Italia, in qualità di potenze garanti, si impegnavano ad intervenire in aiuto dello Stato che fosse stato vittima di un’aggressione.  

La Germania, trattata nuovamente alla pari a Locarno delle altre potenze, dopo le umiliazioni di Versailles, accettò i confini occidentali scaturiti dalla guerra, in particolare la cessione dell’Alsazia-Lorena. 

Sappiamo poi come è andata a finire. Gli accordi di Locarno furono denunciati dalla Germania nel 1936, quando occupò militarmente la zona renana.  

Locarno sarà un tassello dello sforzo italiano per la pace. E altri sono già in programma in futuro: a settembre se ne riparlerà alle Nazioni Unite, dove Tajani ha già fissato incontri – sotto la presidenza di turno del G7 – con i ministri degli Esteri dei Sette e di altri Paesi. 

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