AlpTransit, l’Italia ci crede
Si lavora sui porti liguri, ci sarà una cabina di regia con la Svizzera, ma rimangono nodi da sciogliere
I ritardi per l’ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie italiane a Sud della galleria di base del San Gottardo, stanno agitando la politica della penisola. Oltre frontiera sono già stati chiesti incontri con il Prefetto di Varese, con la Questura, con chi gestisce la linea che da Zenna porta a Gallarate e Novara. Il sindacato dei vigili del fuoco ha detto senza mezzi termini che c’è un problema “sicurezza”. Punti di soccorso inaccessibili sulla linea a binario unico, scarse dotazioni ai soccorritori, poco personale disponibile, mancanza di treni soccorso come quelli dislocati in Ticino. Insomma, i vigili del fuoco hanno esposto una serie di rivendicazioni che sono certo materia sindacale, ma che hanno subito allertato i sindaci italiani.PLACEHOLDER
Al problema della sicurezza, come detto, va aggiunto quello dei ritardi che fanno il paio con il calo dei consumi, di conseguenza con la flessione del movimento merci. Il Centro di Economia Regionale, dei Trasporti e del Turismo (CERTeT) dell’Università Bocconi, proprio sui tempi “generali” italiani rispetto al crono programma svizzero, ha compiuto alcuni studi. Il ritardo nella realizzazione del nuovo corridoio, che è parte di quel corridoio Reno-Alpi tanto caro all’Europa, avrà costi elevati per l’Italia in particolare. Secondo i calcoli della Bocconi, i cinque anni di lasso temporale che intercorrono tra l’apertura del San Gottardo e l’apertura del Terzo Valico nell’Appennino ligure nel 2021, costerà all’Italia, tra mancati introiti per lo Stato e mancati guadagni per le imprese logistiche e di trasporto, la bellezza di 1,2 miliardi di euro l’anno, circa 6 miliardi in tutto.
Le opportunità, secondo gli studiosi, sono tuttavia maggiori dei problemi causati dai ritardi infrastrutturali nell’area Nord di Milano o in quella Ovest in Piemonte, e guardano tutte alla Liguria. “I 3 porti liguri, Genova, Savona e La Spezia, scrivono dalla Bocconi, hanno attivato cantieri in grado di aumentare la capacità del 53% nei prossimi 5 anni. La gestione del futuro degli assi ferroviari che passano dalla Confederazione – Lötschberg e San Gottardo – dovrebbe essere garantita da un unico Ente transnazionale che potrebbe vedere la luce entro il 2016 e nel quale la Svizzera avrebbe un ruolo determinante. Una cabina di regia, secondo il Governo italiano, con un’unica fiscalità, con incentivi e regole comuni europee per la gestione del trasporto. Il tutto senza dimenticare che l’Osservatorio tecnico della Torino Lione ha presentato uno studio di fattibilità per “intercettare l’aumento del traffico merci che arriverà in Piemonte, grazie alla Svizzera, a partire dal 2017”.
Simone Della Ripa
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