Guerra e pandemia. Un binomio perfetto per far aumentare il costo un po' tutti i beni. Così anche la birra rischia di diventare presto più cara per il consumatore: i produttori svizzeri sono infatti confrontati con un aumento dei costi su tutti i fronti.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
Con l’arrivo della bella stagione, il consumo di birra aumenta decisamente anche in Svizzera. Da tempo gli operatori stanno però vivendo una situazione tesa sul fronte dell’approvvigionamento, spiega Marcel Kerber, direttore dell’Associazione svizzera delle birrerie (ASB). Le cause sono legate alla pandemia di coronavirus, agli effetti del blocco del canale di Suez e, ora, alla guerra in Ucraina.
A costare di più è la materia prima, l’orzo, che insieme all’acqua, al luppolo e al lievito è uno degli ingredienti di base della birra e di cui l’Ucraina è un importante produttore. Pesano inoltre gli aumenti dei prezzi dell’energia, che incidono su tutta la produzione e l’imbottigliamento. Anche il materiale di imballaggio diventa più costoso.
“Nella fase attuale, vogliamo evitare gli aumenti di prezzo perché colpirebbero più duramente la ristorazione, già da tempo sofferente”, afferma Reto Preisig, Ceo del birrificio sangallese Schützengarten. Tuttavia le distorsioni non potranno essere sopportate per troppo tempo, aggiunge.
Secondo l’ASB la rapidità e l’ammontare dei rincari sarà strettamente legata al futuro sviluppo dei costi energetici. L’imprevedibilità riguardo alla durata della guerra in Ucraina e alla resa dei raccolti nell’anno in corso rendono però anche difficile una previsione.
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