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Coronavirus, chiude quasi tutto in Svizzera

Sei persone sedute a un tavolo di conferenza stampa a semicerchio. Due bandiere svizzere dietro.
I consiglieri federali Amherd, Keller-Sutter, Sommaruga e Berset lunedì in conferenza stampa. Keystone / Anthony Anex

Il Consiglio federale (governo) ha dichiarato lunedì la situazione straordinaria in tutta la Svizzera, dalla mezzanotte di martedì fino al 19 aprile. Resteranno aperti soltanto i negozi di generi alimentari, le farmacie, gli sportelli dei servizi pubblici, bancari e postali, le stazioni di servizio e gli studi medici. Saranno pure introdotti, alle frontiere con la Germania, l'Austria e la Francia, controlli analoghi a quelli già in vigore al confine con l'Italia (resta garantito il transito dei frontalieri). Sarà inoltre rafforzato il servizio d'appoggio dell'esercito.
 

“Adesso dobbiamo tutti darci una mossa, in tutto il Paese”, ha detto la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga, rinnovando più volte e in più lingue nazionali il suo appello, durante la conferenza stampa indetta per illustrare le misure straordinarie adottate dal governo per contenere la diffusione dell’epidemia da nuovo coronavirus. 

Si tratta in sostanza di un’estensione all’intero Paese di quanto già deciso dai governi cantonali in Ticino e altri sette cantoni. Anche la chiusura delle scuole è stata estesa di due settimane.

In Svizzera, i casi di Covid-19 hanno superato 2’300. I morti sono saliti a 20.

Sommaruga ha chiesto alla popolazione di rispettare scrupolosamente sia le misure igieniche e di distanza sociale già introdotte, sia i nuovi provvedimenti, ricordando come lo scopo sia rallentare la diffusione del coronavirus per evitare il cosiddetto ‘collo di bottiglia’, ovvero che troppi malati di Covid-19 abbiano contemporaneamente bisogno di essere ricoverati in ospedale.
 

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Da parte sua, il consigliere federale Alain Berset -responsabile della salute pubblica- ha precisato che resteranno chiuse tutte le strutture di svago e di intrattenimento, così come gli esercizi che forniscono cure non necessarie (parrucchieri, estetisti e simil) e sarà vietata qualsiasi manifestazione privata e pubblica, fatta eccezione per i funerali. È garantita invece l’apertura delle strutture sanitarie e degli studi medici, ai quali però si chiede di rinunciare a interventi e terapie non urgenti.

Le persone particolarmente a rischio dovranno svolgere le loro mansioni da casa, e restarvi anche nel caso questo non fosse possibile. Saranno poste in congedo dal datore di lavoro e continueranno a percepire il loro stipendio.

Berset, come Sommaruga, hanno sottolineato che da questo istante le misure anti-coronavirus saranno uniformi e da applicare in modo rigoroso in tutto il Paese. Non ci saranno più decisioni in materia a livello cantonale. Ogni eventuale misura ulteriore sarà varata da Berna.

La ministra di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter, da parte sua, ha invitato gli svizzeri in viaggio all’estero a rimpatriare al più presto.

Maggior supporto dall’esercito

Per aiutare le autorità cantonali alle prese con l’epidemia, il Consiglio federale ha inoltre rafforzato il servizio d’appoggio dell’esercito da 800 a 8000 militari; provvedimento che resterà in vigore fino alla fine di giugno 2020, indica una notaCollegamento esterno del governo.

L’esercito, in primo luogo, servirà la sanità pubblica, fornendo prestazioni quali la cura e la sorveglianza dei pazienti, i trasporti sanitari o la logistica ospedaliera (ad esempio la disinfezione dei letti, la cucina, la lavanderia e le pulizie).
 

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Il numero di soldati che sarà effettivamente impiegato dipenderà dagli sviluppi della situazione e dalle richieste delle autorità competenti; 3000 soldati sono a disposizione da subito.

L’esercito svolgerà inoltre compiti di trasporto e collaborerà all’allestimento di infrastrutture improvvisate. Sarà infine operativo nel settore della sicurezza, sgravando i corpi di polizia cantonale o appoggiando le guardie di confine alle frontiere e negli aeroporti.

Approvvigionamento garantito

Il Consiglio federale ha ribadito che le scorte predisposte di derrate alimentari, medicamenti e merci d’uso quotidiano sono sufficienti.
 

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