Approvata dagli Stati l’imposizione individuale dei coniugi

Dopo il Nazionale, lunedì anche il Consiglio degli Stati ha approvato, con due voti di scarto, un progetto che vuole introdurre l'imposizione individuale dei coniugi.
Nuovo passo avanti in vista dell’introduzione dell’imposizione individuale dei coniugi in Svizzera: dopo il Nazionale lo scorso settembre, lunedì anche il Consiglio degli Stati ha approvato – con 23 voti contro 21 – un progetto che vuole porre fine alla discriminazione fiscale delle coppie sposate, denunciata dal Tribunale federale 40 anni fa.
Concretamente, oggi i “senatori” erano chiamati a discutere articolo per articolo il controprogetto indiretto all’iniziativa popolare “Per un’imposizione individuale a prescindere dallo stato civile (Iniziativa per imposte eque)” delle Donne PLR (Partito liberale radicale, destra), dopo che la settimana scorsa ne avevano approvato l’entrata in materia (seppur con un solo voto di scarto).
Il servizio del TG 12.30 della RSI dell’11 marzo 2025:
I dibattiti odierni si sono incentrati prevalentemente sulle conseguenze finanziarie del passaggio all’imposizione individuale. “La riforma sarà costosa, nessuno lo nega. Per questo motivo è previsto un periodo di 10 anni per attutire lo shock”, ha affermato la consigliera federale Karin Keller-Sutter.
Sul tavolo c’erano diverse proposte per limitare le perdite fiscali stimate in un miliardo di franchi all’anno. L’obiettivo è trovare lo scenario che penalizzi il minor numero possibile di persone. Diverse le possibilità studiate dai “senatori”. Alla fine a spuntarla è stata la proposta di Eva Herzog (Partito socialista, PS), che prevede perdite fiscali inferiori.
L’iniziativa del PLR
L’iniziativa delle Donne PLR chiede esplicitamente il passaggio alla tassazione individuale, coppie sposate incluse. Attualmente, nella Confederazione la tassazione individuale viene applicata alle persone sole e alle coppie non sposate.
Quelle sposate e quelle dello stesso sesso che vivono in un’unione registrata sono invece tassate congiuntamente. I loro redditi, deplorano le iniziativiste, vengono dunque sommati e pagano un importo più elevato.
La principale novità del controprogetto – l’iniziativa è formulata in modo generico e non contiene dettagli, spetterebbe al Parlamento elaborarli in caso di “sì” alle urne – è, come accennato, il passaggio all’imposizione individuale, che sarà effettivo a tutti e tre i livelli statali (federale, cantonale e comunale). Di conseguenza, se il progetto andrà a buon fine, i coniugi saranno tassati separatamente come le coppie non sposate. Dovranno quindi compilare due dichiarazioni d’imposta distinte.
Il dossier torna ora al Consiglio nazionale per l’esame delle divergenze. Una di queste concerne la deduzione per i figli a carico: gli Stati l’hanno fissata a 10’700, il Nazionale a 12’000.
Dalle ceneri dell’iniziativa PPD
Il tema affrontato oggi non è nuovo nella Confederazione: già in passato le richieste di frenare le disparità in materia fiscale hanno acceso il dibattito pubblico. Nel 2016, il popolo ha respinto di misura (con il 50,8% di “no”) l’iniziativa popolare dell’allora PPD (ora il Centro) “Per il matrimonio e la famiglia – No agli svantaggi per le coppie sposate”. Tuttavia, a causa di un errore del governo nella pubblicazione delle cifre, il Tribunale federale ha deciso che il voto andava ripetuto.
Più tardi, il comitato d’iniziativa aveva però deciso di ritirare l’iniziativa, mentre il presidente del partito, Gerhard Pfister, aveva annunciato il lancio di una nuova iniziativa più inclusiva: il nuovo testo, a differenza di quello presentato anni fa, non contiene la definizione – molto contestata all’epoca – che il matrimonio rappresentava l’unione tra un uomo e una donna. Proprio venerdì scorso il Consiglio federale ha trasmesso il messaggio al Parlamento, raccomandando la bocciatura dell’iniziativa.
Sullo stesso tema si è mosso anche un comitato interpartitico – composto tra gli altri dall’ex consigliera federale Ruth Metzler (Centro), dalla consigliera nazionale Jacqueline de Quattro (PLR), dal consigliere agli Stati Daniel Jositsch (PS), dall’ex presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori Valentin Vogt e da Adrian Wüthrich, presidente dell’organizzazione sindacale Travail.Suisse – che ha lanciato l’iniziativa “per imposte eque”, il cui controprogetto è stato appunto approvato oggi dagli Stati.

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