Nel marzo dell’anno scorso il governo federale ha posto dei limiti molto restrittivi all’esportazione di materiale bellico verso paesi del Golfo coinvolti nel conflitto yemenita. Ma una mozione pendente in parlamento chiede ora la revoca delle autorizzazioni alla fornitura di armi per complessi 178 milioni di franchi rilasciate in aprile da Berna.
La questione è particolarmente delicata poiché i paesi arabi costituiscono una quota rilevante delle esportazioni di armamenti prodotti nella Confederazione. In ballo ci sono i 15’000 posti di lavoro nell’industria bellica elvetica e un’eventuale revoca delle licenze finirebbe solo per avvantaggiare i concorrenti europei, si osserva da parte degli imprenditori.
È anche vero che con l’estendersi del conflitto in Yemen aumenta il rischio che armi made in Switzerland vengano impiegate sul teatro di guerra. Per non parlare delle armi fornite in modo più o meno occulto proprio da quei paesi, di tradizione sunnita, ai terroristi dell’Isis e al Qaida in Iraq e Siria. Un’eventualità questa che va evidentemente scongiurata.
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