Il Nobel della fisica a due svizzeri
Michel Mayor e Didier Queloz sono stati premiati per i loro lavori in astronomia e in particolare la scoperta dei primi pianeti esterni al sistema solare. Ricompensato anche il ricercatore canadese James Peebles.
Grazie alle loro scoperte, Mayor, Queloz e Peebles hanno “trasformato le nostre idee sul cosmo”, sottolinea l’Accademia svedese delle scienze.
Nel 1995, i due astrofisici svizzeri sono stati i primi a scoprire un esopianeta, ovvero un pianeta che non appartiene al sistema solare e orbita attorno a una stella diversa dal sole. Il 51 Pegasi b, in orbita attorno alla stella 51 Pegasi, nella costellazione di Pegaso, è stato il primo di una lunga serie di esopianeti scoperti da due scienziati elvetici.
Oggi se ne contano più di 4’000, ‘trovati’ grazie ai telescopi terrestri e soprattutto spaziali, come Hubble, Kepler e Tess. Molti di questi pianeti sono dei giganti gassosi, come 51 Pegasi B, ma se ne stanno scoprendo sempre di più di rocciosi simili alla Terra.
Nato nel 1942, Michel Mayor è oggi professore onorario all’Università di Ginevra, mentre Didier Queloz (classe 1966) è professore all’Osservatorio dello stesso ateneo e all’Università di Cambridge.
Gli astronomi svizzeri hanno anche contribuito allo sviluppo degli strumenti per reperire i corpi celesti, in particolare lo spettrografo HARPS.
In un comunicatoCollegamento esterno diffuso dall’Università di Ginevra, Michel Mayor rammenta che nel 1995 “nessuno sapeva con esattezza se gli esopianeti esistessero o meno. Astronomi prestigiosi li cercavano da anni… invano!”.
“È stata la scoperta più emozionante della nostra carriera ed è semplicemente straordinario che sia stata ricompensata con un Nobel”, afferma dal canto suo Didier Queloz.
In questo video, l’astronomo svizzero ripercorre la scoperta del primo esopianeta:
Qui il commento di Roberto TrottaCollegamento esterno, astrofisico svizzero che insegna all’Imperial College di Londra:
L’enigma della materia oscura
Il terzo laureato, il canadese James Peebles, è invece stato ricompensato per i suoi lavori sull’evoluzione dell’universo all’epoca del Big Bang, che hanno permesso di avere un’immagine nuova, nella quale l’universo non era fatto soltanto di stelle, galassie e pianeti.
La materia visibile, anzi, lo occuperebbe solo per una minima parte, pari al 5%, e il restante 95% sarebbe costituita dalla materia oscura, fatta di particelle invisibili e finora mai viste, e dall’energia oscura, anche questa dalla natura misteriosa.
Fare luce su questi aspetti è la grande scommessa della fisica contemporanea, sulla quale stanno indagando centinaia di ricercatori in tutto il mondo e grandi progetti, come quelli condotti dal più grande acceleratore del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra.
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