Basilea, scovata presunta cellula jihadista
Un'inchiesta della tv svizzero-tedesca SF rivela che attorno alla moschea Re Faysal si sarebbe sviluppato un nucleo salafita
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Basilea, indagata presunta cellula jihadista
Non solo Winterthur avrebbe una sua cellula jihadista. Un’inchiesta del magazine Rundschau, trasmessa mercoledì sera sul primo canale della televisione della Svizzera tedesca SF, rivela che anche attorno alla moschea Re Faysal di Basilea si sarebbe sviluppato un nucleo salafita. Uno degli indiziati di origine irachena si trova già in prigione in attesa dell’estradizione.
In una relazione – filmata in un liceo basilese – il giovane esalta l’Islam militante. Si tratta di una messa in scena, ma evidenzia le posizioni estremiste.
Curdo, arrivato da piccolo dall’Iraq, consegue la maturità, si iscrive a farmacia. Sembra un esempio di integrazione riuscita, ma poi le cose cambiano. Una radicalizzazione che il reporter Georg Häsler spiega così:
“Dalle nostre ricerche emerge che, quello che chiamano il farmacista si è radicalizzato partecipando al programma di distribuzione di corani Lies, un’organizzazione nata in Germania che difende una visione radicale e salafita dell’islam. Complice è stato anche il suo mentore”.
Il maestro sarebbe un bosniaco albanese, responsabile svizzero del gruppo Lies!, “leggi” in forma imperativa, che distribuisce pubblicazioni islamiste per la strada. L’attività è documentata in Internet.
Punto di riferimento per il gruppo è la moschea basilese Re Faysal, dove predica anche l’imam padre dei due ragazzi che nel vicino villaggio di Therwil non volevano dare la mano alla maestra.
“È importante ricordare che la maggioranza delle persone che si recano in quella moschea sono dei semplici credenti”, sottolinea Georg Häsler, “forse conservatori, ma che non hanno niente a che fare con l’islam radicale e politico. Questa ideologia si limita a poche persone che fanno riferimento al gruppo Lies! e al suo leader”.
Il 24enne Alì non è la mente della cellula. Ma lui è partito per la guerra santa in Medio oriente. Per questo la polizia federale gli ha revocato il permesso di soggiorno. Il giovane non si è però attenuto al divieto di rientrare e, pochi mesi fa, è stato arrestato a Basilea. Ora è in prigione in attesa di estradizione.
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