Nuova stretta in vista per le emissioni di gas
L'obiettivo di riduzione delle emissioni di carbonio entro il 2050, fissato dal governo federale nel 2015 indicativamente al 70-85%, potrebbe essere ritoccato verso l'alto.
Sulla base di un nuovo rapportoCollegamento esterno del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), che agisce su incarico delle Nazioni Unite, l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) sta seriamente esaminando l’eventualità di proporre un tetto più restrittivo alle emissioni prodotte nella Confederazione.
L’IPCC ha pubblicato oggi, su mandato della Convenzione dell’ONU sui cambiamenti climatici, il suo resoconto sugli effetti del riscaldamento globale a 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale. Stando alla relazione, che sarà discussa durante una conferenza prevista in dicembre nella città polacca di Katowice, il mondo deve raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050: ciò significa che entro tale data la quantità di CO2 nell’atmosfera non deve più aumentare.
Per raggiungere entro il 2050 gli obiettivi previsti a livello internazionale le emissioni dovranno essere ridotte rapidamente e in modo significativo: quelle prodotte dall’uomo andranno compensate dalla cattura e dallo stoccaggio del CO2. Per raggiungere questo traguardo, sottolinea l’UFAM, ci sarà bisogno anche di tecnologie per rimuovere il carbonio dall’atmosfera e cambiamenti nei comportamenti quotidiani della popolazione.
La Svizzera sta gradualmente aumentando i suoi traguardi per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Esse dovranno scendere del 20% entro il 2020 rispetto a quelle registrate nell’anno-base 1990, mentre per il periodo 2021-2030, nell’ambito dell’Accordo di Parigi sul clima, Berna si è impegnata a diminuirle del 50%.
A questo scopo va messo mano alla legge federale sul CO2, che costituisce il principale strumento della politica climatica elvetica. Il Consiglio federale ha approvato il relativo progetto nel dicembre 2017 che è ora all’esame delle Camere.
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