Bloccata l’autostrada a Berna da attivisti per il clima
Una nuova dimostrazione di simpatizzanti del movimento "Renovate Switzerland" si è svolta martedì mattina a Berna: sei attivisti per il clima hanno bloccato l'entrata autostradale del raccordo di Berna-Wankdorf attorno alle 7.40, ora in cui molti pendolari si recano al lavoro.
Questo contenuto è stato pubblicato al
2 minuti
tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
La polizia cantonale bernese è giunta sul posto e poco dopo le 8.00 il traffico è ripreso normalmente. La scorsa settimana i dimostranti avevano bloccato un’uscita autostradale a Losanna e il pont du Mont Blanc, nel centro di Ginevra.
A Berna tre dei sei manifestanti si sono incollati le mani sull’asfalto. Ciò ha richiesto l’intervento di una squadra di sanitari. Il movimento ha rivendicato l’azione tramite un comunicato, nel quale si chiedono al Consiglio federale misure per la ristrutturazione termica degli edifici al fine di ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
Contenuto esterno
‘Renovate Switzerland’ è una campagna di resistenza civile chechiede al Consiglio federale di istituire un programma nazionale per la ristrutturazione massiccia degli edifici.
Secondo gli simpatizzanti, “abbiamo ancora 3 anni per determinare il futuro dell’umanità. Per evitare la distruzione di tutto ciò che ci è caro, dobbiamo agire ora. Di fronte all’indiscutibile inazione del governo, i cittadini comuni di tutto il mondo si stanno sollevando per ricordargli il loro dovere. È nostra responsabilità unirci a loro”.
Attualmente – scrivono ancora i simpatizzanti sul loro sito – la Svizzera non ha un piano concreto per rispettare i suoi impegni internazionali e limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Attivisti pro-clima in azione a Ginevra, “Berna risani un milione di immobili”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Dieci militanti di Renovate Switzerland hanno bloccato il Pont du Mont Blanc a Ginevra. Tre di loro si sono incollati le mani nell'asfalto.
“Movente onorevole”, sospiro di sollievo per l’attivismo climatico
Questo contenuto è stato pubblicato al
Accusati di diversi reati per avere occupato una cava del gigante del cemento Holcim, 7 giovani militanti si sono visti riconoscere delle attenuanti.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Si sono radunate 100.000 persone a Glasgow per la colorata marcia di protesta a Glasgow contro l'inattivismo dei potenti sui cambiamenti climatici. Ma la mobilitazione in centinaia di città nel mondo ha coinvolto milioni di attivisti.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Alla Conferenza sul clima di Glasgow i principali leader del pianeta hanno annunciato misure per fermare la deforestazione.
Scioperi e ribellioni per il clima anche in Ticino
Questo contenuto è stato pubblicato al
Gli attivisti sono tornati in piazza per un altro sciopero in favore del clima. Chiedono ai Governi politiche più efficaci.
Critiche alla Banca nazionale dagli attivisti a favore del clima
Questo contenuto è stato pubblicato al
Circa 1500 persone si sono riunite a Berna a favore del clima. Nel mirino dei dimostranti gli investimenti in petrolio, carbone e gas.
La difesa del clima non giustifica le azioni illegali
Questo contenuto è stato pubblicato al
Dodici attivisti del clima si sono visti respingere il loro ricorso dal Tribunale federale. Lo stato di necessità non può essere invocato.
Decine di azioni per il clima in tutta la Svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
Attivisti e dimostranti di diversa estrazione hanno manifestato all'unisono in diverse città per una società più sostenibile ed equa.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Nove attivisti per il clima che nel luglio 2019 bloccarono l'entrata della sede principale di Credit Suisse,a Zurigo, sono stati condannati venerdì in prima istanza dal Tribunale distrettuale della città.
I nove imputati - di cui otto provenivano dalla Svizzera francese - sono stati condannati a pene pecuniarie con la condizionale per l'accusa di coazione e in otto casi anche per violazione di domicilio.
L'8 luglio 2019, avevano partecipato al sit-in di protesta davanti al Credit Suisse, bloccando l'ingresso con vasi di piante e biciclette accatastate l'una sull'altra. Alcuni di loro si erano incatenati. La polizia era intervenuta, segando le catene e portando via gli attivisti.
Pene ridotte
Il tribunale ha ridotto le richieste di pena formulate dalla pubblica accusa, fissando in otto casi pene pecuniarie sospese di 40 aliquote da 10 franchi e in un altro di 30 aliquote da 10 franchi (In Svizzera, le pene pecuniarie suddivise in aliquote giornaliere sostituiscono la detenzione per i reati minori) . Il Ministero pubblico chiedeva per ognuno degli imputati pene pecuniarie di 90 aliquote giornaliere da 30 franchi e multe di 500 franchi.
Gli avvocati della difesa si sono invano battuti per il proscioglimento e per l'archiviazione dei casi. Gli attivisti hanno ancora la possibilità di far ricorso davanti al Tribunale cantonale.
Accusati di "ingenuità"
Nel corso del dibattimento, che si è tenuto mercoledì con la corte riunita per motivi di spazio nella sala del "Volkshaus", il procuratore ha sottolineato l'"ingenuità" degli attivisti.
Pur ammettendo di comprendere l'indignazione dei giovani di fronte al cambiamento climatico, il rappresentante dell'accusa ha definito la loro azione un "inutile teatrino" ed esortato i giovani ad impegnarsi a livello politico.
"Non avevamo altra scelta"
Soltanto due degli attivisti romandi hanno accettato di parlare davanti al tribunale, dicendosi scioccati per le parole del procuratore che li ha definiti "ingenui". "Non avevamo altra scelta", ha detto un giovane affermando che prima di quell'azione simbolica avevano esaurito tutte le altre possibilità di farsi sentire.
La vicenda è approdata in tribunale perché gli imputati hanno fatto ricorso contro i decreti di accusa pronunciati a suo tempo dal ministero pubblico di Zurigo. La polizia aveva fermato 64 persone, alcune delle quali hanno passato due giorni in guardina. Sono stati aperti in tutto 51 procedimenti penali e 42 attivisti non si sono opposti al decreto d'accusa.
Attivisti prosciolti a Basilea
L'azione di protesta era promossa dal collettivo "Climate Justice" - per chiedere alla piazza finanziaria svizzera di ritirare qualsiasi investimento nel carbone, nel petrolio e nel gas - e si è tenuta in contemporanea con un'analoga protesta a Basilea, davanti all'ingresso principale dell'edificio di UBS sulla Aeschenplatz, dove sono concentrate le attività amministrative dell'altra grande banca svizzera.
In quel caso UBS ha ritirato le denunce penali contro gli attivisti. E lo scorso 22 gennaio il tribunale penale di Basilea ha prosciolto cinque attivisti che si erano opposti al decreto d'accusa.
tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 14.05.2021)
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.