Cala l’inflazione in Svizzera, dopo quasi due anni
Dopo 20 mesi di numeri in aumento o stabili, l'inflazione è leggermente calata in settembre in Svizzera, Paese in cui comunque il fenomeno resta limitato rispetto, per esempio, all'Eurozona.
Lieve ma significativo rallentamento dell’inflazione in Svizzera: in settembre il rincaro annuo si è attestato al 3,3%, a fronte del 3,5% registrato in agosto, quando era stato toccato un massimo dal 1993.
Si tratta del primo calo dopo 20 mesi consecutivi con numeri in crescita o stabili.
Stando ai dati pubblicati oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST) nel nono mese dell’anno l’indice dei prezzi al consumo si è attestato a 104,6 punti, in flessione dello 0,2% rispetto ad agosto. I dati diffusi oggi sono leggermente inferiori alle attese degli analisti interrogati dall’agenzia Awp, che scommettevano su valori annui che andavano dal 3,4% al 3,8%.
Livelli record nell’Eurozona
Vista in un’ottica internazionale l’inflazione elvetica può inoltre essere considerata ancora relativamente limitata: per fare un paragone nell’Eurozona ha toccato il 10,0% in settembre, un livello mai registrato dalla nascita dell’Unione economica e monetaria. Lo stesso identico dato è stato registrato in Germania, che segna un record dal 1950, mentre in Italia il tasso è all’8,9%.
Metodologie diverse
Tornando nella Confederazione, secondo l’UST la diminuzione dell’indice in settembre rispetto al mese precedente è il risultato diversi fattori, tra cui la riduzione dei prezzi di carburante e dell’olio da riscaldamento, nonché dei costi di alberghi e strutture del ramo paralberghiero. Sono invece aumentati i prezzi di abbigliamento e scarpe.
Nel dettaglio, rispetto ad agosto i prezzi dei prodotti indigeni sono scesi dello 0,1%, e quelli dei prodotti importati dello 0,5%. Su base annua i primi segnano +1,8%, i secondi +7,8%. Lo zoccolo dell’inflazione – che nella definizione dell’UST è il rincaro totale senza quello concernente prodotti freschi e stagionali, energia e carburanti – ha mostrato variazione nulla (mese) e +2,0% (anno).
L’UST calcola anche un indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA), misurato con la metodologia in uso nell’Unione Europea, con l’obiettivo di raffrontare i dati elvetici con quelli delle nazioni comunitarie. Visto da questa prospettiva settembre presenta un rincaro di -0,2% (mese) e di +3,2% (anno).
Il Ticino soffre maggiormente il rincaro
Come noto l’efficacia dell’indice dei prezzi al consumo nell’illustrare il costo della vita percepito dai consumatori è peraltro spesso al centro di grandi discussioni. Questo è particolarmente vero in Svizzera perché, per motivi metodologici, il tasso calcolato dai funzionari di Neuchâtel non comprende i premi dell’assicurazione malattia di base, un punto di spesa che è spesso in forte progressione nei bilanci delle famiglie elvetiche.
Un’indagine pubblicata a fine agosto da Comparis e dal Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (KOF) aveva inoltre messo in luce che il Ticino è la regione che soffre di più dell’aumento dell’inflazione.
Il rincaro stabilito dall’UST ha una grande importanza in vari ambiti: dalle negoziazioni salariali agli affitti, passando per la fissazione degli alimenti nell’ambito dei divorzi.
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