Cambio di rotta del Governo svizzero: Hamas da considerare organizzazione terroristica
Il Consiglio federale ha incaricato la task force Medio Oriente di valutare le opzioni giuridiche per vietare l'organizzazione palestinese.
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tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS
Nella sua tradizionale seduta di mercoledì, il Governo elvetico ha nuovamente condannato “con la massima fermezza gli atti terroristici condotti da Hamas” e ha chiesto la liberazione degli ostaggi. Tenuto conto di quanto accaduto, il Consiglio federale è del parere che l’organizzazione che controlla la Striscia di Gaza debba essere definita “terrorista”. Per questa ragione ha chiesto alla task force Medio Oriente istituita negli scorsi giorni di valutare quali sono le opzioni giuridiche per compiere un tale passo.
I retroscena con il corrispondente da Berna del Telegiornale della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana RSI, nell’edizione trasmessa mercoledì sera:
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Finora, a differenza di Unione Europea, Stati Uniti, Regno Unito e alcuni altri Paesi, la Confederazione non aveva mai dichiarato Hamas un’organizzazione terroristica. La Svizzera applica solo le sanzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU (ad esempio per Al Qaeda), il quale non designa il gruppo islamista come terrorista.
Per la Svizzera compiere un simile passo rappresenterebbe un netto cambio di rotta nel suo lavoro di promozione della pace in Medio Oriente, poiché significherebbe interrompere ogni comunicazione diretta con Hamas, precludendo così il dialogo con un attore politico e militare di primo piano.
Il Governo elvetico ha inoltre incaricato il Dipartimento federale degli affari esteri di effettuare una nuova analisi dettagliata dei flussi finanziari legati al programma di cooperazione in Medio Oriente.
Tenuto conto dei problemi sollevati dal mondo politico circa l’uso che i palestinesi fanno degli aiuti elvetici in loco – sono sostenute 30 ONG secondo quanto affermato dal ministro degli esteri Ignazio Cassis davanti ai media – anche il Consiglio federale attribuisce grande importanza alla garanzia che il sostegno finanziario della Confederazione sia utilizzato in modo oculato. “Per ora – si legge nel comunicato – [il DFAE] non è a conoscenza di fondi svizzeri che siano andati a beneficio di Hamas e delle sue attività”.
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