Covid, le Camere fissano i paletti al governo
In futuro il governo federale sarà tenuto a coinvolgere cantoni e parti sociali nelle politiche di contrasto alla pandemia di coronavirus. Lo ha stabilito mercoledì il Consiglio nazionale chiamato a intervenire sui provvedimenti urgenti emanati dall'esecutivo dallo scorso mese di marzo.
Le ordinanze (decreti) sul Covid-19 infatti decadono, secondo quanto prevede espressamente la Costituzione, dopo sei mesi e con esse tutti i sostegni di cui si sono avvalsi finora economia e cittadini. Per questo motivo le Camere stanno definendo la base legale per consentire la proroga delle misure adottate fino alla fine del 2021 e definire meglio le competenze del governo in materia.
Il servizio del TG:
Non tutti infatti, in particolare a destra – l’Udc che si è opposta all’entrata in materia – apprezzano la decretazione d’urgenza e la parziale esautorazione del parlamento, giustificata in questi mesi dall’emergenza sanitaria.
Per questo la Camera bassa ha approvato, con 150 voti contro 43 e 2 astensioni, l’obbligo per l’esecutivo federale di coinvolgere cantoni, parti sociali ed enti locali in relazione ai provvedimenti che incidono sulle loro prerogative. Il governo dovrà anche informare “regolarmente, tempestivamente e in modo esauriente” il parlamento e consultare le commissioni delle due Camere.
Gli interventi inerenti al Covid-19 dovranno inoltre fondarsi su precisi dati epidemiologici e sanitari che li giustifichino dal profilo legale e politico.
Riguardo invece le indennità per perdita di guadagno i consiglieri nazionali hanno deciso che debbano essere garantite solo in presenta di un’effettiva erosione del reddito.
Viene inoltre chiarito l’accesso degli stranieri in caso di future chiusure delle frontiere: la misura non sarà applicata ai ricongiungimenti familiari, ai partner non sposati e ai loro figli. Ma della questione dovrà occuparsi nei prossimi giorni il Consiglio degli Stati.
tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 9.9.2020)
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