In Svizzera si sta concretizzando la proposta di concedere un certo numero di giorni di astensione pagata dal lavoro per gli uomini in occasione della nascita dei loro figli.
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tvsizzera/ats/spal con RSI (TG dell'11.9.2019)
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Già oggi le madri dispongono di 14 settimane di congedo ma finora faticava ad affermarsi un’analoga prestazione per l’altro sesso.
Diverse le proposte sul tavolo: la controproposta parlamentare (controprogetto indiretto) al testo dell’iniziativa, già passata al Consiglio degli Stati, è stata adottata mercoledì anche alla Camera bassa. Invece delle quattro settimane di vacanza “familiare” contenute nell’iniziativa, il testo parlamentare indica due settimane, per un costo annuo stimato di 230 milioni di franchi, da finanziare attraverso il fondo delle indennità per perdita di guadagno (Ipg).
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Ma c’era anche chi avanzava fino a 8 settimane di congedo. La destra incarnata dall’Udc ha cercato di bloccare la discussione sul tema, le cui conseguenze sarebbero a suo giudizio troppo onerose dal profilo economico e burocratico, votando contro l’entrata in materia.
Sull’altro fronte socialisti e Verdi hanno insistito su un congedo parentale di durata variabile, dalle 38 alle 52 settimane, destinato sia alle madri che ai padri, ma gli alti costi del progetto (da 1,6 miliardi ai 3,4 miliardi di franchi) hanno convinto il Consiglio nazionale a optare per il compromesso di due settimane (10 giorni), da usufruire nei primi sei mesi del neonato.
Il plenum della Camera bassa ha quindi raccomandato la bocciatura dell’iniziativa che sarà sottoposta prossimamente a voto popolare.
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