Test genetici al riparo dagli assicuratori
No alla possibilità per gli assicuratori sulla vita di accedere ai test genetici degli stipulanti, sì alle analisi genetiche prima della dodicesima settimana di gravidanza. Il Consiglio nazionale ha accolto lunedì le modifiche alla relativa Legge.
La camera bassa del Parlamento svizzero ha dibattuto quattro ore, sulla revisione totale della Legge federale sugli esami genetici sull’essere umano (LeguCollegamento esterno).
Una riformaCollegamento esterno che tutti gli oratori riconoscono come necessaria poiché l’attuale legislazione, del 2007, è superata dagli eventi. I test genetici sono sempre meno cari e in aumento, anche in ambiti non prettamente legati alla medicina.
Per evitare abusi e garantire la protezione della personalità, il Consiglio nazionale ha tra l’altro seguito il Consiglio federale (governo) e la sinistra sulle restrizioni per gli assicuratori vita.
Alcuni pazienti potrebbero infatti rinunciare a effettuare esami per paura di essere rifiutati dagli assicuratori, viceversa a stipulare una polizza per il timore di pagare premi più elevati.
Le norme rivedute, adottate con 175 voti a 3 e 10 astenuti, disciplineranno anche gli esami non rilevanti dal punto di vista medico, allo scopo per esempio di individuare attitudini sportive od ottimizzare l’alimentazione. L’attuale leggeCollegamento esterno regolamenta piuttosto le verifiche in ambito medico.
Test prenatali
La sinistra, nonostante il sostegno del Partito popolare-democratico (democristiano), non è invece riuscita a opporsi alle analisi genetiche prima della dodicesima settimana di gravidanza.
Il Consiglio nazionale ha deciso con 100 voti contro 85 che tali test, volti a identificare eventuali “bambini salvatori” destinati a donare tessuti a fratelli o genitori malati, potranno essere realizzati.
Dodici settimane è, ai sensi dell’articolo 119 del Codice penaleCollegamento esterno svizzero, il termine di non punibilità dell’interruzione di gravidanza effettuata “su richiesta scritta della gestante che fa valere uno stato di angustia”.
La maggioranza di destra ha ritenuto che la legge consenta già di evitare derive: il sesso dell’embrione non può essere comunicato prima della dodicesima settimana, a meno che non vi sia un pericolo per la salute del bebè legato al sesso stesso.
Pubblicità ad alcune condizioni
La Camera del popolo ha respinto pure la proposta di consentire analisi prenatali solo in caso di grave minaccia per la salute dell’embrione o del feto.
Autorizzata, per contro, la pubblicità per i test genetici. Quest’ultima sarà tuttavia vietata per quelli al di fuori dell’ambito medico e non dovrà essere rivolta a persone incapaci di discernimento, come per esempio i bambini.
Il dossier passa ora al Consiglio degli Stati, camera alta del Parlamento.
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