Coronavirus, ulteriore giro di vite in Ticino
Un ampio pacchetto di misure volte a mitigare la diffusione del coronavirus è stato introdotto sabato nel cantone Ticino. Chiusi ristoranti e negozi "non essenziali".
Dopo le misure introdotte dalla Confederazione venerdì, il Ticino ha fatto un ulteriore passo con direttive ancora più restrittive di quelle imposte a livello nazionale, “seguendo il modello italiano”, ha dichiarato il presidente del Governo cantonale Christian Vitta.
Tra i provvedimenti più incisivi spicca la chiusura di bar ristoranti, negozi e servizi considerati non essenziali (come ad esempio estetisti e parrucchieri) almeno fino alla fine del mese. Resteranno aperti i supermercati, le farmacie, i chioschi e i distributori di benzina. Saranno garantiti i servizi postali, bancari, di consegna pasti a domicilio e delle mense non aperte al pubblico.
Le aziende, dal canto loro, dovranno prendere tutte le misure per proteggere il più possibile per il personale e ricorrere al lavoro ridotto. Una infoline per le aziende (al numero di telefono 0840 117 112) sarà attiva da domenica mattina alle 10.00.
La popolazione è invitata a limitare allo stretto necessario gli spostamenti e ad evitare i luoghi affollati.
Il dipartimento del territorio ha chiesto alle aziende di trasporto pubblico di “essere flessibili”, modificando eventualmente gli orari affinché, da un lato, non vengano organizzati trasporti non necessari e, dall’altro, si evitino situazioni di sovraffollamento dove sarebbe difficile per i passeggeri mantenere le distanze di sicurezza necessarie a evitare possibili contagi.
Il servizio del Telegiornale
Per controbilanciare l’impatto della pandemia e delle decisioni delle autorità, il Governo ha varato anche un pacchetto di misure a sostegno dell’economia e dei privati.
Altri sviluppi
Svizzera, scuole chiuse e giro di vite alla frontiera
A corto temine, come annunciato sabato, sono previste ad esempio deroghe del termine per il pagamento delle fatture emesse dal cantone.
La Confederazione ha annunciato un pacchetto di aiuti di 10 miliardi. Secondo il presidente dell’associazione industrie ticinesi nonché deputato presso il parlamento elvetico Fabio Regazzi, questa cifra si rivelerà “ampiamente insufficiente”.
Alla frontiera
Le misure del cantone si sono spinte oltre quanto decretato a livello nazionale (vedi articolo a lato) in molti ambiti, ma non per quello che riguarda l’accesso al paese dall’estero, comunque di competenza federale.
Tuttavia, venerdì sono state introdotte direttive più severe da Berna e in Ticino le conseguenze sono state evidenti. Al confine sono stati centinaia i veicoli a cui è stato negato l’accesso in Svizzera. Prima ,le guardie di confine non potevano obbligare chi voleva entrare nel Paese a fare dietro-front.
Vediamo cosa è successo sabato a Chiasso nel prossimo servizio.
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