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Casse self-service, un paradiso per i ladruncoli?

Cassa automatica
© KEYSTONE / CHRISTIAN BEUTLER

Gli apparecchi automatici sono stati introdotti nei supermercati svizzeri da oltre dieci anni. Un approfondimento del giornale La Liberté mostra come potrebbero essere un incentivo al furto.

Sebbene i principali dettaglianti neghino un aumento dei furti dopo l’introduzione della modalità di pagamento con casse self-service, non possono nascondere che le loro misure di sicurezza sono state intensificate, scrive oggi La LibertéCollegamento esterno.

Un approccio che, secondo il giornale friburghese che ha condotto l’inchiesta, riflette la loro preoccupazione di fronte alla banalizzazione di un tipo di furto che non appare raro.

Presenti da oltre un decennio

Dal loro arrivo nei supermercati elvetici, oltre dieci anni or sono, i dispositivi in questione hanno rivoluzionato l’esperienza di acquisto, promettendo di far risparmiare tempo e di migliorare l’efficienza, ricorda il quotidiano. Ma dietro il miraggio del guadagno di tempo si nasconde la realtà di chi non scansiona gli articoli che compra.

Non esistono cifre specifiche sui furti alle casse automatiche e i rivenditori si rifiutino di divulgare tali dati: uno studio internazionale suggerisce però che le casse self-service siano effettivamente un terreno fertile per questo tipo di reato. E secondo le statistiche di polizia, nel 2022 sono stati registrati 19’871 episodi di taccheggio in tutta la Svizzera, con un aumento del 20% rispetto all’anno precedente.

Un fenomeno in aumento

Il gruppo ECR Retail Loss ha valutato in un rapportoCollegamento esterno l’impatto dei sistemi di cassa automatica nel commercio al dettaglio: si parla di mancate scansioni, di scansioni parziali o di rietichettature della merce, modificando quindi il codice a barre.

Le perdite finanziarie generate da questi trucchi possono essere significative e due terzi degli operatori intervistati dal gruppo ECR ritengono che il problema delle perdite legate ai sistemi di self-checkout sia in aumento.

Stando a La Liberté i rivenditori svizzeri, invece, sembrano chiudere un occhio, o perlomeno tacere su questa tendenza. Interpellati dalla testata friburghese, i dettaglianti Coop, Migros, Manor e Aldi hanno dato risposte in contrasto con le statistiche citate.

“Fiducia ai clienti”

Le catene preferiscono infatti sottolineare i vantaggi delle casse automatiche e lodare l’onestà dei loro clienti. “Il tasso di furti è costante da molti anni e non è aumentato negli ultimi mesi. Migros basa il suo lavoro su un principio di fiducia nei confronti dei suoi clienti, che per oltre il 99,9% sono onesti e pagano la loro spesa”, afferma un portavoce della cooperativa in dichiarazioni raccolte dal foglio romando.

Solo Lidl ammette che una crescita c’è stata. “Abbiamo notato un leggero aumento dei furti negli ultimi tempi”, fa sapere l’impresa al foglio romando. Il discount aggiunge però di non vedere “alcun motivo di preoccupazione al momento”.

Sicurezza aumentata

Intanto però a Friburgo i consumatori hanno notato la recente presenza di una guardia di sicurezza nella filiale Lidl vicino alla stazione.

Anche in altri negozi si stanno intensificando le misure: videosorveglianza, controllo da parte dei dipendenti o di agenti, detective in negozio, controlli a campione, barriere che richiedono lo scontrino. Viene insomma fatto di tutto per scoraggiare i ladri.

Altrove le misure sono più radicali: alcune catene americane e inglesi, come Walmart, Target, Booths e Tiger, hanno deciso di limitare l’uso delle casse automatiche alle piccole spese che non superano la decina di articoli, o addirittura di abbandonare del tutto le casse automatiche per tornare a quelle tradizionali, con i nastri trasportatori.

Per ora nessun passo indietro

Per quanto riguarda la Svizzera non si tratta invece di tornare indietro: un acquisto su tre viene effettuato tramite le nuove modalità, indica al giornale un addetto stampa di Coop. “In futuro continueremo a puntare sul self-checkout”, assicura.

Secondo l’articolo di La Liberté, a dimostrazione del fatto che il taccheggio alle casse automatiche non rappresenta un fenomeno isolato, bensì una tendenza diffusa, trovare testimonianze non è difficile. Lungi dall’essere criminali navigati, gli autori di questi furti sono molto spesso persone comuni, il cui primo reato coincide proprio con l’installazione delle casse self-service.

“Prima delle casse automatiche non rubavo”

Il quotidiano fa ad esempio parlare, in modo anonimo, una giovane friburghese a cui è stato affibbiato il nome Jocelyne. “Non rubavo prima che esistessero queste casse. È stato quando ho scoperto che gli altri non scansionavano tutti i loro acquisti che ho iniziato a fare lo stesso. A poco a poco, diventa un’abitudine e si va sempre più lontano. A volte non pago quasi nulla e mi sento a disagio, ma la volta successiva lo faccio di nuovo”. Formaggio, lamponi, carne e prodotti di marca: Jocelyne ruba ciò che considera troppo costoso. “Questo mi fa risparmiare un bel po’ di soldi”, afferma.

La giovane spiega di non provare alcun rimorso nel commettere furti ai grandi magazzini che “si riempiono le tasche”. “D’altra parte, non ruberei mai a una signora al mercato!”.

Secondo La Liberté, a rendere più facile il furto alla cassa automatica, potrebbero essere la mancanza di interazione con il personale e la sensazione di anonimato.

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