Più merce contraffatta alle dogane svizzere
Lo scorso anno si è registrato in Svizzera un notevole aumento di sequestri di prodotti con marchio contraffatto, mentre sono diminuiti i ritiri di documenti d'identità falsificati. È quanto si evince dai dati diffusi giovedì dall'Amministrazione federale delle dogane (AFD), per la quale il 2020 è stato un anno fuori dall'ordinario, fortemente influenzato dalla pandemia di Covid-19.
Per la prima volta dall’applicazione dell’Accordo di Schengen, infatti, la Svizzera ha svolto controlli sistematici alle frontiere, imposto restrizioni d’entrata e chiuso temporaneamente piccoli valichi di confine. Dopo la proclamazione il 16 marzo della “situazione straordinaria” da parte del Consiglio federale (governo), sono stati sbarrati 130 posti di frontiera per convogliare il traffico verso quelli più grandi.
Uno dei dati che spiccano è un aumento del 50% dei casi di contraffazione di marchi. I beni confiscati sono principalmente orologi, gioielli, occhiali, borse e portamonete. Il fenomeno coincide con la crescita del commercio su Internet -che ha guadagnato attrattiva in seguito alla chiusura dei negozi e al divieto del turismo degli acquisti- e con l’intensificazione delle attività di controllo nel traffico postale.
Lo shopping online, ma anche le ordinazioni più piccole e frequenti da parte delle aziende, hanno provocato un aumento del numero di dichiarazioni doganali, passate dai 40 milioni del 2019 a 50 milioni nel 2020.
Nell’ambito degli stupefacenti, si è scoperto quasi il triplo di quantità di eroina ed è aumentata anche la cocaina. In aprile, in particolare, in una singola ispezione nel canton Sciaffusa i collaboratori dell’AFD si sono imbattuti in 30 chilogrammi di polvere bianca nascosti nel vano carico di un autocarro. Nel settore del contrabbando non si sono invece osservati grandi cambiamenti.
Il dimezzamento dei ritiri di passaporti falsi è probabilmente dovuto alle straordinarie restrizioni d’entrata in Svizzera, mentre il calo delle entrate finanziarie dell’AFD è imputabile perlopiù alla riduzione dei guadagni legati all’Imposta sul valore aggiunto, causata da minori importazioni di merci. L’IVA, con 10 miliardi di franchi, rappresenta la principale fonte d’incasso.
Nel servizio RSI, le immagini di un centro di smistamento a Zurigo e l’intervista alla locale responsabile doganale.
La nota annuale dell’Amministrazione ricorda infine come, nel 2020, l’Esercito abbia fornito sostegno alle dogane con 50 poliziotti militari e 1800 soldati di milizia. In vari cantoni, sono stati impiegati al confine anche agenti di polizia, benché in alcuni momenti il traffico transfrontaliero delle persone abbia subito un crollo fino all’80%
tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 04.03.2021)
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