Clima, la condanna della Corte europea riguarda tutti
Il verdetto della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU), che martedì ha sanzionato la Svizzera per violazione dei diritti umani in ambito ambientale, si estende all'intera Europa.
Andreas Zünd, giudice elvetico presso l’organo con sede a Strasburgo, ha precisato la portata della sentenza della CEDU che sta facendo discutere in questi giorni.
Volete ricevere una selezione delle notizie del giorno dalla Svizzera o dei nostri articoli della settimana? Abbonatevi alle nostre newsletter!
A spuntarla davanti alla corte continentale è stata infatti l’associazione “Anziane per il Clima” che aveva presentato un ricorso che denunciava l’inazione della Confederazione di fronte ai cambiamenti climatici. Un comportamento passivo che a detta dei giudici europei lede i diritti umani delle ricorrenti in ambito ambientale.
La Cedu ha condannato la Svizzera per aver violato l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ovvero il diritto al rispetto della vita privata e familiare, in quanto non ha preso sufficienti misure per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Le “Anziane per il clima”, per lo più settantenni, hanno denunciato che, per via della loro età e del genere, erano particolarmente vulnerabili alle ondate di caldo dovute ai cambiamenti climatici, tanto che non potevano uscire di casa. La qualità della loro vita, così come quella della loro salute sarebbero state danneggiate dal caldo eccessivo a tal punto da metterne a rischio la vita.
In un’intervista rilasciata venerdì alla radio svizzerotedesca SRF il magistrato ha spiegato che la decisione non si riferisce solo alla Confederazione.
Altri sviluppi
La politica climatica della Svizzera viola i diritti umani
L’Accordo di Parigi è diritto “interno”
Essa infatti riguarda tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa, dalla Svizzera, ha osservato Andreas Zünd, è arrivato semplicemente l’impulso che è stato innescato dal ricorso dell’associazione “Anziane per il Clima”.
L’accordo di Parigi sul clima, ha rilevato, è stato decisivo nella valutazione della corte europea del caso: anche se i suoi contenuti dovrebbero essere parte integrante del diritto elvetico, in quanto Berna lo ha ratificato, “a nostro avviso, la Svizzera non lo rispetta”.
Naturalmente il tribunale europeo non prescrive in che modo la Svizzera debba concretamente raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi. Spetta infatti ai politici, ha proseguito, decidere come vogliono applicare la sentenza, la giustizia non interviene in questo tipo di dibattito o processo.
Altri sviluppi
“La sentenza della CEDU potrebbe essere un autogol per le idee ecologiste”
Alla domanda sul perché il clima fosse un “diritto esigibile” (i diritti esigibili sono quelli che l’ente pubblico ha il dovere di soddisfare e qualora non lo facesse l’interessato/a può ottenere soddisfazione ricorrendo ai vari organi della giustizia, ndr), il giudice ha risposto che “siamo stati guidati dalla Convenzione dei diritti dell’uomo”.
Il ruolo della CEDU
In particolare, ha specificato Andreas Zünd – sono due gli articoli che hanno consentito un collegamento con il cambiamento climatico: il diritto alla vita e il diritto alla privacy, tra i quali è incluso anche il benessere fisico.
È ormai evidente che il riscaldamento globale può causare gravi ripercussioni sulle persone e persino portare alla morte. “Rappresenta una nuova sfida – ha concluso perché i danni non sono immediati.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.