Il Nazionale boccia l’introduzione dell’azione collettiva
Manfred Bühler dell'UDC.
Keystone-SDA
"No" all'introduzione dell'azione collettiva. Porterebbe un'americanizzazione della giustizia. Lo ha sostenuto il Consiglio nazionale bocciando l'entrata in materia sulla pertinente modifica del Codice di diritto processuale civile (CPC) con 112 voti contro 74.
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Keystone-ATS
Manfred Bühler (Unione democratica di centro – UDC, destra conservatrice), a nome della commissione, ha sostenuto che tale progetto mal si adatta al sistema giuridico elvetico. Per il bernese ci si può attendere “che studi legali a carattere commerciale e organizzazioni di finanziamento dei processi si specializzino nella promozione di cause estremamente pregiudizievoli per l’economia nel suo complesso”.
Philipp Matthias Bregy (Centro) ha parlato di “americanizzazione” del nostro sistema giuridico. Bühler ha poi sostenuto come il sistema giudico attuale sia sufficiente.
Una minoranza ha da parte sua deplorato che non sia stata avviata una discussione sulla sostanza del progetto, sottolineando che vi sia una grande necessità di intervenire. “Non esiste alcuna alternativa efficace per ottenere una riparazione in caso di cosiddetti danni di massa”, ha sostenuto. Sophie Michaud Gigon (Verdi, sinistra ecologista).
Il progetto governativo
Il disegno di legge era stato licenziato dal Consiglio federale nel dicembre del 2021 su richiesta del Parlamento. Il suo scopo è ampliare l’attuale azione collettiva affinché in futuro si possano far valere anche pretese di risarcimento. Attualmente, infatti, se più soggetti sono danneggiati in modo uguale o analogo, ognuno di essi deve proporre individualmente un’azione per far valere i propri diritti. Conseguenza: in caso di danni di lieve entità, i danneggiati rinunciano spesso a rivendicare i loro diritti.
Il progetto passa ora all’esame del Consiglio degli Stati. Qualora dovesse anch’esso bocciarlo, l’incarto sarebbe definitivamente affossato.
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