Dal Consiglio nazionale, meno soldi a cooperazione e asilo, di più all’agricoltura
Dopo il personale federale lunedì, mercoledì è toccato alla cooperazione internazionale (escluso però l'aiuto umanitario), passare sotto le forche caudine dei tagli al preventivo 2025 della Confederazione.
Seguendo la sua commissione, il Consiglio nazionale ha ridotto di 250 milioni il budget destinato al settore della cooperazione internazionale, suscitando il disappunto del campo rosso-verde e dei Verdi liberali. Anche l’asilo, nelle intenzioni del plenum, dovrà tirare la cinghia. Dalla mannaia dei tagli si salvano invece gli agricoltori.
Per quanto attiene alla cooperazione internazionale, la decisione di mercoledì comporta un taglio di 150 milioni alla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (da 867 a 719 milioni) e di 52 milioni alle organizzazioni multilaterali (da 309 a 256 milioni).
La Segreteria di Stato dell’economia (SECO) si vedrà ridurre le risorse destinate alla cooperazione economica di 50 milioni (a 350 milioni). Nessun taglio invece all’azione umanitaria che potrà fare affidamento su un budget di 400 milioni.
Il peggior scenario possibile per il campo rosso-verde
Come accennato, lo schieramento rosso-verde, i Verdi liberali e gli Evangelici (nel gruppo del Centro) ha visto quindi concretizzarsi il peggior scenario possibile. Ora, queste formazioni non potranno far altro che affidarsi al Consiglio degli Stati, la cui commissione delle finanze proporrà alla propria Camera un taglio alla cooperazione internazionale di “soli” 30 milioni.
Non è improbabile che alla fine si giungerà a un compromesso su questo punto, sempre nel rispetto del freno all’indebitamento. Ad ogni modo, la sinistra ha già annunciato lunedì, durante le discussioni sul budget da destinare all’esercito (+530 milioni rispetto ai piani del Consiglio federale), che non voterà il preventivo 2025 qualora non venissero apportati dei correttivi.
Per Tamara Funiciello (PS) e Gerhard Andrey (Verdi), infatti, la cooperazione internazionale è importante per la sicurezza della Svizzera tanto quanto l’esercito. Con una decurtazione di questa portata all’aiuto allo sviluppo, ha sottolineato Funiciello, la Svizzera rischia di doversi ritirare da diverse regioni del pianeta, con rischi alla sua reputazione e in barba alla sua tradizione umanitaria. Sono proprio i programmi di aiuto sul terreno, ha rilevato Funiciello, a evitare che intere popolazioni cadano nella povertà e nella criminalità, la base di molti conflitti e guerre che spingono le persone ad andarsene.
A nome degli Evangelici, Marc Jost si è appellato ai valori cristiani della solidarietà, chiedendo che venissero almeno confermate le somme messe a disposizione dal Consiglio federale, in modo anche di fare un passo verso la Camera dei Cantoni che si occuperà del budget la settimana prossima.
A nulla sono valsi tuttavia questi appelli, travolti dalla volontà di UDC, PLR e buona parte del Centro di fissare nuove priorità a causa delle tensioni geopolitiche (leggi guerra in Ucraina). A nome del PLR, il ticinese Alex Farinelli ha spiegato questa correzione al ribasso dei mezzi concessi alla cooperazione col fatto che questa voce di spesa è quella che ha registrato i maggiori incrementi negli ultimi anni, a scapito proprio della difesa, cui deve andare al momento tutta la nostra attenzione.
Sempre nel corso della discussione sulla cooperazione, la camera ha approvato per 109 voti a 77 una proposta di David Zuberbühler (UDC) con cui s’intendono stralciare i 20 milioni destinati all’UNRWA, l’agenzia dell’ONU per i rifugiati Palestinesi.
Meno soldi per l’asilo
Sbrigato questo punto del preventivo, a causa dell’annunciata chiusura di nove centri federali d’asilo, il plenum ha poi deciso di tagliare 85 milioni di franchi (a 428 milioni) destinati a questo settore.
La Camera del popolo ha anche ridotto le spese per la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) di 105 milioni rispetto alle proposte del Consiglio federale. Oltre ai Centri federali d’asilo, il plenum ha stanziato per i Cantoni 20 milioni in meno per l’aiuto sociale destinato ai richiedenti asilo, alle persone ammesse temporaneamente e ai rifugiati (1,87 miliardi di franchi invece di 1,89 miliardi).
A nome della commissione preparatoria, Anna Giacometti (PLR) ha giustificato la riduzione delle spese operative per i centri federali col basso numero di richiedenti asilo. Nove dei 36 centri federali saranno chiusi entro l’inizio di marzo, pari a una riduzione della capacità di accoglienza di quasi il 20%.
Il Consiglio nazionale ha respinto la richiesta dell’UDC di cancellare i fondi destinati alla migrazione quale contributo della Svizzera all’allargamento dell’UE. Anche le proposte inoltrate tanto da destra che da sinistra a favore di una riduzione o un aumento delle mezzi destinati all’integrazione degli stranieri sono state respinte.
Pagamenti diretti
A salvarsi dalla mannaia dei risparmi sono i contadini. Il Consiglio federale aveva previsto di ridurre i pagamenti diretti ma, in seguito alle critiche espresse durante la procedura di consultazione, ha attenuato un po’ i suoi propositi, stabilendo alla fine un taglio di 42 milioni.
La recente manifestazione degli agricoltori sulla federale a Berna ha però avuto l’effetto sperato sul Nazionale che ha deciso di non seguire il governo lasciando i pagamenti diretti al livello del 2024 (circa 2,8 miliardi).
Il Consiglio nazionale ha inoltre deciso di aumentare gli importi destinati alla promozione delle vendite di prodotti agricoli (+4,8 milioni) e alla politica regionale (+12,5 milioni). Svizzera Turismo e Innotour si sono visti invece ridurre il budget.
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