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“Occorre intensificare i controlli ai confini della Svizzera”

controllo di un'auto da parte di una guardia di confine donna
Keystone-SDA

La Commissione delle istituzioni politiche degli Stati (CIP-S) chiede tramite una mozione l'intensificazione dei controlli ai confini elvetici.

La CIP-S ha inoltrato mercoledì una mozione in tal senso approvata con 10 voti a favore a un’astensione, che chiede anche il rafforzamento delle misure volte a respingere sistematicamente le persone senza un permesso di dimora valido e che non presentano domanda d’asilo.

L’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) effettua già oggi controlli doganali di merci e persone alla frontiera. Tali ispezioni costituiscono un filtro di sicurezza per la Svizzera e rafforzano il senso di sicurezza oggettivo e soggettivo della popolazione, indicano i servizi del Parlamento in una nota odierna.

Gli obiettivi perseguiti della mozione sono la lotta contro la migrazione irregolare, il mantenimento della sicurezza interna e la riduzione della criminalità transfrontaliera. Secondo la CIP-S, misure di questo tipo sono fattibili. La Commissione ritiene invece che l’introduzione di controlli “sistematici” o “esaustivi” sia impensabile, sia per ragioni finanziarie e pratiche (in Svizzera si contano più di 400 valichi di frontiera), sia per quanto riguarda il rispetto del Codice frontiere di Schengen.

Con 6 voti contro 5, la Commissione propone quindi di respingere la mozione presentata dal consigliere agli Stati ticinese Marco Chiesa (UDC, destra conservatrice) e intitolata “Protezione delle frontiere nazionali svizzere”. Anche il Governo si era già espresso in tal senso. Secondo l’esecutivo, pur concordando con il “senatore” ticinese sulla necessità di contrastare la migrazione secondaria illegale, la soluzione risiede tuttavia nella collaborazione internazionale e non nei controlli sistematici ai confini.

La Svizzera sostiene dunque iniziative comuni a livello europeo in materia di politica migratoria e ha elaborato con la Germania, l’Austria e la Francia piani d’azione per prevenire la migrazione secondaria.

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