Concorrenza, indagine su Swisscom in Italia
La recente acquisizione di Vodafone Italia attraverso la controllata Fastweb è oggetto di accertamenti approfonditi da parte di Roma. L’azienda elvetica, che ritiene di non aver violato le regole, intende collaborare con l’autorità antitrust.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) ha aperto un’inchiesta a carico di Swisscom. In una nota il gruppo telecom elvetico spiega che vengono effettuati accertamenti approfonditi (Fase II) concernenti l’acquisizione di Vodafone Italia (filiale del gruppo britannico Vodafone), da parte del gigante blu “in base alle norme italiane sul controllo delle concentrazioni”.
Swisscom ha precisato che gli esami di Fase II – ovvero i casi in cui l’AGCM avvia un’istruttoria qualora ritenga che un’operazione notificata possa sollevare problemi concorrenziali – “non sono rari nel settore delle telecomunicazioni”.
Swisscom fiduciosa
In proposito l’azienda di proprietà della Confederazione, che ritiene di non aver violato le disposizioni sulla concorrenza, si dice fiduciosa sull’esito dell’indagine. “Continueremo a lavorare a stretto contatto e in modo costruttivo con l’AGCM – indica il comunicato – per ottenere un’autorizzazione tempestiva”.
Opinioni condivise sostanzialmente anche dagli analisti e dalle analiste. In un report di giovedì mattina la banca d’investimento milanese Intermonte evidenzia che “trattandosi di un’operazione di convergenza fisso-mobile, non si vedono rischi significativi di concentrazione di mercati nel segmento mobile e fisso”.
Per l’acquisto di Vodafone Italia, annunciata lo scorso 15 marzo, Swisscom ha messo a disposizione una cifra pari a 8 miliardi di euro (7,51 miliardi di franchi), e la transazione dovrebbe essere completata entro il primo trimestre del 2025. Per finanziare il corrispettivo dell’accordo, il Gigante blu ha deciso di ricorrere a obbligazioni svizzere, eurobbligazioni e a prestiti bancari.
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Swisscom pronta ad entrare sul mercato italiano dell’energia
L’operazione aveva già ottenuto il via libera incondizionato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri italiana, che in base alle norme sul cosiddetto golden powerCollegamento esterno può porre il veto alla vendita delle società attive in settori ritenuti strategici dal Governo.
Via libera anche dalla Svizzera
Anche le autorità elvetiche si sono espresse in maniera analoga: è infatti intervenuto l’avvallo della Commissione della concorrenza (ComCo) della Confederazione e del Governo svizzero.
In particolare l’esecutivo elvetico ha sostenuto che l’operazione non è contraria ai suoi obiettivi strategici e ha stabilito delle condizioni per attenuare i rischi: tra di esse quella secondo cui le attività italiane e quelle elvetiche dovranno essere separate chiaramente, nel rispetto del divieto per Swisscom di riprendere mandati per i servizi universali di telefonia all’estero.
Grazie a queste prese di posizione l’acquisizione del 100% di Vodafone Italia, sottolinea Swisscom, “procede conformemente ai tempi prestabiliti”. Una volta ultimato l’iter della transazione, l’azienda telecom prevede di fondere l’attività dell’ex filiale italiana di Vodafone con la propria controllata italiana Fastweb.
La fusione segna un’ulteriore testimonianza dell’interesse per il mercato italiano da parte di Swisscom, che nel 2007 aveva già rilevato Fastweb, rafforzando così la sua posizione soprattutto nel segmento della telefonia mobile.
Critiche dal mondo politico
L’operazione condotta dall’operatore telecom, di proprietà della Confederazione (che ne detiene il 51% delle azioni), ha comunque suscitato diverse polemiche nel mondo politico in Svizzera, soprattutto a destra.
L’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) ha infatti messo in guardia dalle “avventure all’estero delle aziende statali” che così facendo mettono a repentaglio “in modo sconsiderato” i soldi delle e dei contribuenti.
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Per Swisscom Vodafone è un acquisto strategico
Per l’UDC, il Governo federale avrebbe dovuto promuovere un’azioni di responsabilità nei confronti del cda e della direzione dell’azienda e vietare le operazioni all’estero. Il partito conservatore sostiene che Swisscom non ha imparato nulla dal suo passato, alludendo ai miliardi persi in investimenti in Germania, Ungheria, Malaysia.
Sul fronte dei consumatori e delle consumatrici, si è invece evidenziata la concomitanza dell’operazione finanziaria con la nuova strategia applicata nei confronti dell’utenza, che ha portato alla revoca di vecchi abbonamenti per tivù e internet, sostituiti da offerte più onerose.
Sullo sfondo resta la questione strategica irrisolta, che dovrà essere prima o poi affrontata in modo risolutivo dal Consiglio federale, della possibile privatizzazione (totale o parziale) dell’operatore telecom svizzero, su cui però per il momento le opinioni divergono in modo accentuato.
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