Esperti: “La Confederazione può risparmiare fino a 5 miliardi di franchi”
Un gruppo di esperti creato dall'Esecutivo per ripristinare le finanze federali ha individuato una serie di spese evitabili che potrebbero far risparmiare a Berna fino a 5 miliardi di franchi.
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Keystone-ATS
Rinuncia ai finanziamenti federali per gli asili nido, cancellazione delle “sovvenzioni banali”, taglio delle spese non urgenti: sono alcune misure proposte da un gruppo di esperte ed esperti istituito dal Governo per risanare le finanze federali e risparmiare fino a 5 miliardi di franchi.
I conti federali sono in rosso e il deficit dovrebbe ammontare a circa tre miliardi di franchi all’anno. Il gruppo di esperti mira entro il 2030 a potenziali di risparmio fino a 5 miliardi annui. Il rapporto sul tema Collegamento esternoè stato pubblicato giovedì.
Fra le numerose misure, viene proposto anche un taglio di 200-300 milioni di franchi nell’amministrazione federale. Secondo il documento, nel 2027 si potrebbero risparmiare circa 1,7 miliardi e nel 2030 fino a 2 miliardi con interventi nei settori della politica migratoria, dell’energia e delle infrastrutture riguardanti il traffico. Alcune sovvenzioni, come quelle del traffico merci, dovrebbero essere rimesse in questione, si legge.
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Ambiti cantonali
Un ulteriore potenziale di risparmio di 1,3 miliardi (2027) e 1,5 miliardi (2030) viene visto nei casi in cui la Confederazione è diventata attiva in ambiti di competenza cantonale, come i già citati finanziamenti degli asili nido.
Con il taglio di sovvenzioni più piccole si potranno risparmiare altri 100 milioni, prosegue il gruppo di esperti. Si potrà poi evitare un esborso fra i 300 e i 600 milioni solamente fissando meglio le priorità delle spese.
Sulla base del rapporto pubblicato oggi l’idea del Consiglio federale è quella di cominciare ad applicare le misure a partire dal 2026. Nel 2030 le necessità di risparmio potrebbero aumentare a 4,5 miliardi.
Nei prossimi giorni è previsto un incontro con Cantoni, partiti politici e partner sociali. Già a fine settembre si dovrebbero decidere i prossimi passi. In gennaio verranno presumibilmente poste in consultazioni misure effettive, con una decisione finale che spetterà al Parlamento.
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