Pensione a 65 anni anche per le donne
Il Consiglio degli Stati, camera alta del Parlamento svizzero, ha approvato lunedì, con 31 voti contro 13, la riforma della previdenza AVS 21. Essa prevede in particolare l'aumento dell'età pensionabile delle donne a 65 anni -con misure compensatorie al momento della transizione- e la possibilità di anticipare o ritardare la riscossione della rendita. Adottato inoltre, con 40 voti senza opposizione, un aumento dell'IVA di 0,3 punti percentuali.
Per garantire fino al 2030 il finanziamento dell’AVS -ovvero il primo pilastro, componente pubblica della previdenza in Svizzera- è necessario trovare 26 miliardi di franchi, ha spiegato l’obvaldese Erich Ettlin (Alleanza del Centro) a nome della commissione. I cambiamenti demografici, come l’invecchiamento della popolazione e il calo della natalità, ne stanno mettendo a dura prova i conti. Ettlin ha ricordato come l’ultima riforma del primo pilastro andata a buon fine risalga ormai al 1997.
Il principio di trovare finanziamenti aggiuntivi, in particolare attraverso un aumento dell’IVA, non è stato contestato. Divergenze sono per contro emerse sull’opportunità di innalzare a 65 anni l’età di pensionamento femminile. A opporsi, invano, è stato lo schieramento rosso-verde.
Penalizzate oppure no?
La riforma AVS 21 comporta risparmi insostenibili sulle spalle delle donne, le quali continuano a essere discriminate a livello salariale e dunque percepiscono rendite inferiori a quelle degli uomini, ha sottolineato la ticinese Marina Carobbio (Partito socialista).
“Le donne non sono discriminate nell’AVS”, ha replicato il lucernese Damian Müller (Partito liberale-radicale). In media, ha osservato, ricevono una rendita quattro anni più a lungo degli uomini. Con questa riforma “nessuno avrà una pensione più bassa”, ha aggiunto il solettese Pirmin Bischof (Alleanza del Centro). Una donna che lavora fino a 65 anni, ha chiarito, riceverà una rendita AVS di 102 franchi superiore.
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“Dopo una vita di lavoro, le donne dovrebbero essere in grado di vivere una vita dignitosa in pensione”, ha affermato la ginevrina Lisa Mazzone (Verdi).
Compensazione e flessibilità
Durante l’esame della legge, hanno fatto pure discutere le misure compensatorie. Alla fine, il Consiglio degli Stati ha approvato una proposta di Peter Hegglin (Zugo, Alleanza del Centro) che prevede disposizioni per le donne che andranno in pensione nei nove anni successivi all’adozione della riforma e che concede un supplemento della rendita fino a 150 franchi mensili. Il modello costa 420 milioni.
La riforma prevede anche una flessibilizzazione dell’età pensionabile: sarà possibile anticipare ai 63 anni o rinviare fino ai 70 la totalità o una parte della rendita, anche nella previdenza professionale (secondo pilastro). Le persone che rimarranno attive anche oltre i 65 anni riceveranno una rendita superiore, poiché versano contributi più a lungo.
Il resoconto del TG RSI.
Altro elemento della riforma è l’aumento dell’IVA, che sarà di 0,3 punti. L’introito supplementare sarà interamente attribuito al Fondo di compensazione AVS, permettendogli così di raggiungere un grado di copertura sufficiente.
La riforma della previdenza passa ora al Consiglio nazionale (camera bassa).
tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (News e Infonotte del 15.03.2021)
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