Fino a 10 miliardi per le aziende in difficoltà
Dopo oltre cinque ore di dibattito sulla Legge Covid-19, il Consiglio degli Stati ha approvato giovedì un aumento a 10 miliardi di franchi del credito destinato alle imprese in difficoltà a causa del coronavirus, i cosiddetti "casi di rigore". La camera alta del Parlamento svizzero non ha invece voluto imporre veti al Consiglio federale (governo) nella gestione della pandemia.
Nondimeno, all’esecutivo viene chiesta più attenzione per le esigenze dei Cantoni: diversi “senatori” hanno stigmatizzato un’attitudine centralista del Consiglio federale, criticato per non aver tenuto in debita considerazione neanche l’opinione delle commissioni e della popolazione, a favore di maggiori aperture nel rispetto di rigidi piani di protezione.
Heidi Z’graggen (Alleanza del centro, canton Uri) ha ricordato in particolare la questione delle terrazze dei ristoranti operanti sulle piste da sci, che diversi cantoni avrebbero voluto mantenere aperti ma hanno finito per chiudere per non innescare una crisi istituzionale. Su proposta di Z’graggen, il plenum ha deciso che l’azione del governo -quando decide chiusure e restrizioni alla libertà personale- dovrà essere guidata da principi di proporzionalità e sussidiarietà.
Il Consiglio degli Stati ha però bocciato, per 37 voti contro 4, la proposta dell’indipendente sciaffusano Thomas Minder di inserire nella Legge un diritto di veto del Parlamento su eventuali chiusure totali o parziali decise dal governo.
Appoggio ai cantoni “virtuosi”
Il plenum ha accolto un’altra proposta di Minder, che dispensa dalla quarantena le persone immunizzate (sono previste eccezioni). Respinta, invece, la sua richiesta di mettere nero su bianco il divieto di decretare l’obbligo generalizzato di vaccinazione (poiché tale ipotesi è già stata esclusa).
La Commissione preparatoria del Consiglio degli Stati avrebbe poi voluto concedere ai cantoni di poter tenere aperti i negozi per 12 domeniche l’anno nel 2021 e 22, con lo scopo di ridare fiato a un settore in difficoltà. Ma il plenum ha detto no.
Approvato invece l’obbligo per il governo, proposto dal liberale-radicale grigionese Martin Schmid, di concedere alleggerimenti ai Cantoni che registrano una situazione epidemiologica favorevole o stabile e applicano una strategia di depistaggio (o altra misura appropriata) per gestire la pandemia. “Dobbiamo imparare a convivere col virus”, ha detto.
Aiuti anche a giovani imprese
Quanto al cuore della revisione all’esame, ovvero i “casi di rigore”, il Consiglio degli Stati ha deciso che dovranno essere aiutate le imprese fondate prima del 1° ottobre 2020 -e non solo quelle nate fino al 1° marzo- e ha innalzato dal 70 all’80% la quota a carico della Confederazione -il resto grava sui Cantoni- per gli aiuti alle imprese con un fatturato fino a 5 milioni. Per quelle più grandi -interamente a carico di Berna- è stata fatta cadere la somma massima di 10 milioni per singola società, ma solo a determinate condizioni e con l’opzione di una restituzione.
Tra le altre decisioni prese giovedì dalla camera alta, un’estensione delle indennità di disoccupazione, un ricorso più facile al lavoro ridotto (cassa integrazione), l’agevolazione di aiuti a fondo perso per i club sportivi e la possibilità di sostenere finanziariamente le imprese radiotelevisive private con mezzi provenienti dal canone. La Legge Covid-19 passerà al vaglio del Consiglio nazionale (camera bassa) lunedì.
tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 04.03.2021)
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