Via libera alla ‘vignetta’ elettronica
Automobilisti e motociclisti intenzionati a percorrere le autostrade in Svizzera potranno scegliere tra l'attuale contrassegno adesivo (vignetta) e quello digitale. Il Consiglio nazionale, camera bassa del Parlamento svizzero, ha accolto mercoledì una modifica legislativa già approvata lo scorso dicembre dal Consiglio degli Stati (camera alta).
Il progetto preliminare, presentato dal Consiglio federale (governo) nel 2017, ipotizzava l’abbandono del contrassegnoCollegamento esterno con il quale dal 1985 l’Amministrazione federale delle dogane riscuote la tassa per l’utilizzazione delle strade nazionaliCollegamento esterno di prima e seconda classe (autostrade e semi-autostrade). In fase di consultazioneCollegamento esterno, però, il passaggio netto a una vignetta elettronica era stato criticato e così il governo ha optato per un compromesso.
Resterà quindi la possibilità di acquistare per 40 franchi un contrassegno da incollare al parabrezza, ma si aggiungerà l’opzione di registrarsi su Internet e scaricarlo via app. I costi di investimento sono stimati in 4-5 milioni di franchi.
La multa per chi sarà pizzicato senza vignetta resta di 200 franchi.
La novità
La nuova vignetta “sarà legata a una targa e non a un veicolo”, ha precisato la relatrice di commissione, la deputata socialista turgoviese Edith Graf-Litscher. Una novità che in Svizzera ha un suo peso poiché il numero di targa segue generalmente il conducente, dunque chi cambia auto o moto (ma anche chi sostituisce il parabrezza) non dovrà più acquistare un nuovo contrassegno.
La maggioranza del Consiglio nazionale considera la ‘e-vignetta’ come un’opportunità di fare un passo verso le esigenze dei cittadini e ha giudicato adeguata la protezione dei dati. Scettica soltanto l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), che si è opposta anche alla sola entrata in materia poiché ritiene che il progetto non chiarisca i costi dei controlli e costituisca un primo passo verso l’introduzione di nuove tasse stradali.
I più diffidenti ritengono in sostanza che il contrassegno elettronico spiani la strada al mobility pricing, ovvero l’introduzione di pedaggi commisurati al consumo con lo scopo di snellire il traffico nelle ore di punta e sfruttare in modo equilibrato le infrastrutture.
Controlli mobili
Quanto ai controlli -uno dei temi più passati al setaccio del Nazionale- è prevalso il fronte di chi vuole verifiche a campione con dispositivi mobili, e non -come indicavano Governo e Consiglio degli Stati- controlli automatizzati con impianti fissi.
L’UDC non è riuscita a far stralciare dalla legge l’articolo che consentirà l’abolizione del contrassegno adesivo senza passare dal Parlamento, se e quando la quota di chi sceglie questa soluzione scenderà sotto il 10%.
Il dossier torna ora al Consiglio degli Stati per appianare le divergenze tra le Camere.
tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 16.09.2020)
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