Bambini-schiavi, chiesti solo 8’000 risarcimenti
Sono circa 8'000 le vittime di internamenti e collocamenti extrafamiliari, attuati in Svizzera fino al 1981, che hanno chiesto il contributo finanziario di solidarietà previsto da una legge del 2016.
Secondo le stime della Confederazione, il numero di vittime ancora in vita delle cosiddette misure coercitive a scopo assistenziale è ben più alto: tra 12’000 e 15’000.
Per poter versare a ciascuno un contributo fino a 25’000 franchiCollegamento esterno, erano stati messi a disposizione 300 milioni. Ne saranno spesi soltanto 200: il termine per inoltrare domanda scade a fine marzo.
La LeggeCollegamento esterno era scaturita da un’iniziativa popolare detta “per la riparazione”, promossa dalla fondazioneCollegamento esterno Guido Fluri, che aveva come obiettivo il riconoscimento e la chiusura di un triste capitolo della storia svizzera.
In Svizzera, prima del 1981, decine di migliaia di persone sono state internateCollegamento esterno sulla base di un provvedimento amministrativo, senza la decisione di un tribunale.
Molte donne sono state costrette a sottoporsi a una sterilizzazione o ad abortire, migliaia di bambini sono stati dati in adozione contro la volontà delle loro madri o collocati in istituti e costretti a lavorare senza remunerazione.
Secondo diversi esperti, molte persone hanno deciso di non farsi avanti perché si vergognano, perché hanno imparato a stare alla larga dalle autorità, perché non vogliono rielaborare il passato oppure ancora perché troppo malate.
Il termine per chiedere il contributo, ha detto all’ats il delegato per le vittime Luzius Mader, non sarà prorogato, ma saranno prese in considerazione anche le richieste che giungeranno all’Ufficio federale di giustiziaCollegamento esterno nel periodo pasquale.
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