Il governo protegge la borsa svizzera
Per proteggere la Borsa svizzera, il Consiglio federale fa ricorso al diritto d'urgenza: a partire dal 2019, le azioni svizzere non potranno più essere negoziate nell'Unione europea. In questo modo, il governo vuole garantire la continuazione delle operazioni in Svizzera.
Da cinque anni, la Svizzera e l’UE stanno negoziando un accordo istituzionale. Per esercitare pressioni sulla Svizzera, l’UE ha minacciato di non riconoscere l’equivalenza della regolamentazione borsistica svizzera. Agli operatori dell’UE verrebbe quindi vietato di negoziare azioni sul mercato azionario elvetico.
Già per l’anno in corso, il riconoscimento dell’equivalenza era solo temporaneo. Mercoledì scorso la Commissione europea ha dichiarato che verosimilmente non concederà il riconoscimento per il 2019. In una lettera, il vicepresidente dell’UE Valdis Dombrovskis ha citato come motivo la mancanza di progressi nei negoziati con la Svizzera.
Piano B
L’anno non è ancora finito e una decisione in merito può ancora essere presa verso la fine di dicembre. Ma i mercati sono inquieti e vogliono sapere che cosa sta succedendo. Per questo motivo, il Consiglio federale ha deciso venerdì di attivare il suo piano B delineato in giugno.
All’inizio del 2019 l’esecutivo introdurrà quindi un nuovo obbligo di riconoscimento per le piazze commerciali estere. Tale riconoscimento è automatico, ma non varrebbe per le sedi di negoziazione ubicate nell’UE. Oggi circa un terzo delle azioni svizzere sono negoziate all’estero, la maggior parte delle quali nello spazio europeo. Ciò non sarà più consentito in futuro.
Nessuna ritorsione
Il Consiglio federale sottolinea che non si tratta di una misura di ritorsione. Il peso della Svizzera è infatti limitato: le azioni elvetiche rappresentano infatti circa il 3% del volume degli scambi nell’UE, di cui il 2,5% è appannaggio della sola Gran Bretagna.
Il regolamento entra in vigore venerdì sera ed è limitato a tre anni. Il Consiglio federale spera di trovare una soluzione con l’UE per allora. Se entro la fine dell’anno l’UE dovesse riconoscere l’equivalenza della regolamentazione borsistica svizzera, il regolamento rimarrà in vigore. Il Consiglio federale si limiterebbe quindi a concedere il riconoscimento alle piazze borsistiche dell’UE, col risultato che il regolamento non avrebbe di fatto alcun effetto.
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