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Le PMI svizzere stanno già licenziando

Macchinario industriale lavora su quello che appare come un pannello con conduttori elettrici
L'onda emotiva innescata dalla crisi coronavirus sembra avere un effetto sulla politica del personale [immagine d'archivio - l'azienda ritratta non è coinvolta nell'indagine] © Keystone / Ti-press / Pablo Gianinazzi

Il 6,5% delle piccole e medie imprese (PMI) svizzere interpellate da un sondaggio ha già licenziato personale a causa della crisi coronavirus e un ulteriore 8% prevede di farlo prossimamente. L'ondata emotiva pare insomma avere un effetto sulla politica del personale delle aziende, soprattutto quelle più piccole, con i sindacati che esortano gli imprenditori a non farsi prendere dal panico, ricordando gli aiuti messi in campo dallo Stato.
 

Il rilevamentoCollegamento esterno è stato effettuato da Gryps, un portale che mette in comunicazione le piccole aziende con i consumatori. Vi hanno preso parte, tra lunedì e giovedì scorsi, 270 realtà imprenditoriali.

Alle PMI è stato anche chiesto se hanno introdotto il lavoro ridottoCollegamento esterno, decretato uno stop alle assunzioni e in quale misura osservino le conseguenze economiche dell’epidemia: il 30% delle aziende interrogate riferisce di un crollo del fatturato nel mese di marzo pari ad almeno il 75%.

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Intanto, il 10% di esse ha concordato con il locatore una riduzione del canone d’affitto, mossa che si appresta a fare un altro 19% delle imprese.

Un terzo delle PMI che hanno partecipato al rilevamento (34%) ritiene infine che la Confederazione non stia aiutando a sufficienza gli imprenditori. “In particolare i lavoratori autonomi”, osserva la ceo di Gryps Gaby Stäheli sulla base dei commenti personali raccolti nel sondaggio, “sono insoddisfatti del sostegnoCollegamento esterno limitato e si sentono minacciati nella loro esistenza”.

Venerdì, cioè quando l’indagine di Gryps era già conclusa, il Consiglio federale ha deciso di raddoppiare il programma di fideiussioni, portando da 20 a 40 miliardi di franchi il volume dei crediti ponte per le aziende. Ma “anche i prestiti senza interessi per molti non risolvono il problema”, riferisce Stäheli, “perché devono essere rimborsati”.
 

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Nel frattempo, il Consiglio federale ha espressoCollegamento esterno l’intenzione di estendere il sostegno ai lavoratori indipendenti per i quali non vi è divieto di esercitare, ma la cui attività è drasticamente calata per via della crisi. Con quali mezzi il governo sarà d’aiuto, e a quali categorie, sarà reso noto la settimana prossima.



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