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Maggioranza degli svizzeri favorevoli a mascherina obbligatoria

giovane passeggia su una piazza con una maschere che gli copre il volto
L'obbligo della mascherina protettiva trova i favori della maggioranza degli svizzeri. Keystone / Peter Klaunzer

Per sei svizzeri su dieci l'allentamento delle misure di contenimento per limitare la propagazione del coronavirus deve andare di pari passo con l'uso generalizzato delle mascherine.

Quando sarà disponibile un numero sufficiente di mascherine, indossarle nello spazio pubblico dovrà essere obbligatorio. È l’opinione della maggioranza degli svizzeri, stando a quanto emerge da un sondaggio condotto dai giornali del gruppo Tamedia.

Tre quarti degli intervistati sono inoltre favorevoli o piuttosto favorevoli a un obbligo di vaccinazione quando un vaccino sarà disponibile.

Una maggioranza schiacciante (83%) ha fiducia nelle decisioni del Governo federale. I due terzi (65%) ritengono che le misure adottate dalla Confederazione non arrechino troppi danni all’economia rispetto all’effetto benefico sulla situazione sanitaria. Esiste tuttavia un fossato tra regioni linguistiche, visto che la percentuale è inferiore nella Svizzera tedesca (55%) rispetto alla Svizzera francese (69%) e al Ticino (67%).

Mancano le attività sociali

La maggioranza dei germanofoni è favorevole a un ritorno immediato o graduale alla normalità (61%), mentre i francofoni sono meno propensi ad aprire (47%). Si noti che l’indagine è stata effettuata il 15 aprile (su 40’835 persone) prima che il Governo annunciasse le misure di deconfinamento.

Un fossato emerge anche nella percezione della malattia. Mentre la maggioranza dei ticinesi (59%) e degli svizzeri di lingua francese (58%) teme di ammalarsi, solo due svizzeri tedeschi su cinque hanno paura. Infine, per gli intervistati, dover rinunciare alle attività sociali pesa più (46%) del timore di ripercussioni sulla salute (11%).

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550 milioni di mascherine

Per quanto concerne le mascherine, dopo la penuria iniziale si è corsi ai ripari. A Ginevra, ad esempio, un imprenditore ha creato una task force in Cina per procurarsene e da qualche giorno nello scalo ginevrino atterra quotidianamente un aereo carico di questo prezioso materiale.

Anche il Governo si è mosso: nei prossimi quattro mesi vuole acquistare 550 milioni di maschere protettive, oltre a 1’000 nuovi respiratori, 8 milioni di kit per i tamponi, 190 milioni di guanti monouso e 48 milioni di unità di disinfettante per le mani, stando a quanto riferito domenica dalla NZZ am Sonntag e dalla SonntagsZeitung.

Il prezzo delle mascherine fa però discutere: 396 milioni di franchi per 330 milioni di pezzi da fornire alla popolazione, ossia 1,20 franchi ciascuno, è ritenuto troppo alto.

Il servizio del TG sul costo delle mascherine:

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“Gli imprenditori svizzeri che acquistano maschere equivalenti in Asia pagano 30 centesimi al pezzo”, ha dichiarato alla SonntagsZeitung il consigliere nazionale dell’Unione democratica di centro Franz Grüter. “Voglio sapere come la Confederazione ha fissato questi prezzi e propongo che i costi di questo appalto siano almeno dimezzati. È inaccettabile che i produttori di materiale protettivo si arricchiscano sulla difficile situazione della popolazione svizzera”, ha proseguito Grüter, che intende intervenire alla prossima riunione della Commissione delle finanze.

Promuovere la produzione nazionale

Spetta alla farmacia dell’Esercito acquistare il materiale ordinato dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e stabilire il costo sul mercato internazionale. “Il calcolo dei costi globali si basa su queste informazioni, ha spiegato Katrin Holenstein, portavoce dell’UFSP. Secondo il Dipartimento della Difesa, la situazione sul fronte degli acquisti è drammatica: “In alcuni casi, le offerte devono essere evase entro un’ora, altrimenti i materiali saranno assegnati altrove. I commercianti di maschere stanno attualmente spuntando come funghi, anche in Svizzera. A causa dell’elevata domanda, alcuni praticano prezzi esorbitanti”.

Questo è uno dei motivi per cui il Governo vuole promuovere la produzione nazionale di maschere. Due aziende stanno per iniziare la fabbricazione: la Wernli di Rothrist (Argovia) riceverà la prima macchina martedì e altre dovrebbero arrivare in seguito. Alla Flawa, di Flawil (Argovia), l’inizio della produzione di maschere speciali per il personale medico è previsto per fine aprile.

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