Rallenta l’epidemia, polemiche a Berna
Negli scorsi giorni un gruppo di svizzeri che si trovano in Cina ha scritto al Dipartimento federale degli Esteri lamentando di essere stato abbandonato nel pieno della tempesta coronavirus e martedì il consigliere federale Ignazio Cassis ha voluto replicare alle critiche.
Per il politico ticinese Berna, durante questa crisi sanitaria, “ha informato ovunque si potesse, capillarmente”. Il suo dipartimento, ha precisato il consigliere federale durante una conferenza stampa, ha contattato tutte le persone iscrittesi sull’applicazione “travel admin” o che si sono annunciate presso le rappresentanze elvetiche in Cina. “Non tutti evidentemente lo hanno fatto”, ha aggiunto Ignazio Cassis.
Intanto i due svizzeri che si trovano nella nave da crociera Diamond Princess in quarantena nel porto di Yokohama in Giappone dovrebbero sbarcare nei prossimi giorni con gli altri passeggeri, ma al momento non si hanno notizie precise in proposito.
Nel servizio del TG Ignazios Cassis replica alle lamentele degli svizzeri in Cina.
Meno contagi
Sul fronte dell’epidemia si registrano i primi segnali di rallentamento. La Commissione sanitaria cinese ha comunicato 136 nuovi decessi che portano a 2’004 i morti dall’apparizione del virus, in dicembre, nella provincia di Hubei. Ma martedì i contagi diagnosticati sono stati 1’749, il numero meno elevato dallo scorso 29 gennaio nella Cina continentale (dove gli ammalati totali sarebbero 74’000). E il numero di persone guarite e dimesse dagli ospedali è stato superiore (1’824) a quello dei nuovi contagi.
Per Pechino questo apparente rallentamento è la prova che le autorità stanno riuscendo a contenere la propagazione di Covid-19, anche se per gli esperti è troppo presto per questo tipo di valutazioni. In ogni caso, al di fuori della provincia di Hubei il numero di nuove infezioni quotidiane è in calo da due settimane: sono stati 56 martedì a fronte degli 890 censiti il 3 febbraio.
Iniziano gli sbarchi
Il focolaio più importante all’esterno della Cina è costituito dalla già citata Diamond Princess, posta in quarantena il 3 febbraio a Yokohama dopo che il coronavirus era stato diagnosticato su un passeggero sbarcato a Hong Kong. Mentre 79 persone sono risultate positive martedì ai test, portando a 621 il totale dei contagiati.
Nelle ultime ore circa 500 delle 3’700 persone a bordo, tra passeggeri e membri dell’equipaggio, sono scese a terra. Le operazioni di sbarco dovrebbero protrarsi fino a venerdì. Una trentina di italiani saranno prelevati e riportati a casa da un Boeing dell’aeronautica militare partito in serata.
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