All’indomani dell’annuncio dell'aumento dei premi di cassa malattia dell'8,7% in media per il 2024, la stampa elvetica accusa la politica e chiede un approccio più sociale al sistema sanitario, completamente allo sbando e gestito da rappresentanti eletti a livello federale motivati dai loro interessi personali.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
“Il tempo della scuse è finito”, titolano i giornali del gruppo CH Media. “Questo è troppo. Il Consiglio federale e il Parlamento hanno fallito”, commentano. Dello stesso tenore anche gli editoriali delle tesate Tamedia. Spetta al nuovo Parlamento fare del controllo dei costi sanitari una priorità nella prossima legislatura, si legge nei titoli in lingua tedesca del gruppo.
Secondo Le Temps i politici non hanno più scelta e devono affrontare i principali tabù del sistema sanitario. “Ci sono quelli facili”, scrive il giornale, “come la cartella clinica elettronica, che deve essere velocizzata. E ci sono altre questioni più complesse da affrontare, come la remunerazione dei medici specialisti da parte dell’assicurazione sanitaria di base, che “rasenta lo scandalo da decenni”, o i legami di interesse tra i rappresentanti eletti a livello federale, che “paralizzano tante riforme” su assicurazioni e farmaci.
L’intervista al presidente della Confederazione, nonché “ministro” della sanità, Alain Berset che ammette che la politica non ha fatto abbastanza:
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Riforme necessarie
La Neue Zürcher Zeitung ritiene che il maggior potenziale di cambiamento risieda negli ospedali. La Svizzera ha bisogno di meno ospedali, ma più grandi. “Se la Svizzera continuerà a perseguire una politica ospedaliera di lottizzazione da un confine cantonale all’altro, il prossimo ‘shock da premio’ è solo questione di tempo”, prevede la NZZ. Anche secondo i titoli Tamedia avere un ospedale a portata di mano è un lusso che fa lievitare i costi.
La Tribune de Genève sottolinea altri due aspetti problematici: un sistema di tariffazione inflazionistico e opaco e un’iniqua distribuzione dell’onere finanziario tra i cantoni e gli stessi assicurati. Gli attori del sistema si passano la patata bollente, negando le proprie responsabilità e alla fine, “a pagare sono sempre gli stessi”, lamenta Le Quotidien Jurassien.
Per i quotidiani di Arcinfo le “riformette” della destra non faranno nulla per cambiare la situazione e la sinistra non sa più “cosa fare” per fermare l’aumento. Ciò che è necessario è soprattutto trattare l’assicurazione sanitaria come un’assicurazione sociale, con premi fissati in base al reddito. “Il settore privato non ha posto nell’assicurazione di base”, affermano. “Una politica sanitaria basata sul profitto non è più sostenibile”, concorda Le Courrier, citando come esempio i margini del 40-90% che le aziende farmaceutiche realizzano sui farmaci antitumorali.
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Spiegazione claudicante
La Liberté sottolinea anche che gli assicurati vengono fatti sentire in colpa. Ieri l’Ufficio federale della sanità pubblica ha affermato che una parte degli aumenti del 2024 è dovuta al fatto che nel 2023 un numero maggiore di assicurati ha cambiato cassa malati per ridurre l’onere dei premi e le entrate sono state inferiori al previsto.
Questa “spiegazione zoppa” è un’ammissione del fallimento del sistema, si afferma nel commento chiedendo l’introduzione di una cassa malattia unica. Ma è improbabile che il Consiglio federale a maggioranza borghese si muova verso misure più sociali per alleggerire l’onere degli assicurati, sostiene 24 Heures.
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