In arrivo nuove misure restrittive
Obbligo di mascherina all'aperto nelle zone abitate, chiusura di ristoranti, bar e club dalle 22 alle 6, limite di 50 persone per gli eventi: sono solo alcune delle misure che il Consiglio federale ha messo in consultazione presso i cantoni.
Le proposte – contenute in un documento di sette pagine anticipate dal quotidiano svizzero tedesco Blick – prevede anche la mascherina nelle aziende e alle fermate dei mezzi pubblici, come pure un limite di 15 persone per le feste familiari. Per bar e ristoranti vigerebbe l’obbligo di stare seduti, a tavoli con massimo quattro persone. Le discoteche doverebbero chiudere.
Nelle scuole superiori si passerebbe all’insegnamento a distanza
Nei cinema e nelle sale da concerto andrebbe occupato solo un posto su due. In ambito formativo, nelle scuole superiori si passerebbe all’insegnamento a distanza e la mascherina sarebbe obbligatoria per tutti a partire dall’età di 7 anni, ad eccezione delle situazioni in cui essa ostacola l’attività.
Le limitazioni concernerebbero anche lo sport non professionale: sarebbero ammesse solo attività con un massimo di 15 persone e senza contatti. Nel comparto culturale, verrebbero ad esempio vietati i cori.
Sull’andamento odierno della pandemia in Svizzera e sulle future misure, ecco il servizio del telegiornale:
Ogni giorno conta
L’epidemiologo Marcel Tanner, membro della Task Force Covid-19 della Confederazione, si dice allarmato sulla diffusione del coronavirus. Ogni giorno conta, dichiara in interviste al “Blick” e alle testate di CH Media.
“Vedremo gli effetti delle misure solo fra due settimane”, dice Tanner al Blick. L’esperto chiede di limitare rapidamente i contatti e di continuare a rispettare rigorosamente le misure di base: lavarsi le mani, mantenere le distanze e indossare le mascherine.
Nemmeno Tanner vuole un secondo lockdown. “Non vogliamo che la gente sia costretta a rinchiudersi e a sentirsi sola. Vogliamo che l’economia continui a funzionare e che i bambini vadano a scuola”.
Evitare le folle
Tanner è particolarmente critico circa l’organizzazione di grandi eventi. “È lontano da tutti noi l’idea di diffondere la paura. Vi diciamo qual è la situazione e quali misure possiamo adottare per evitare un blocco a livello nazionale”, prosegue il sessantasettenne.
L’esperto spiega il rapido aumento dei casi di coronavirus in Svizzera con l’arrivo della stagione fredda che ha portato a uno spostamento all’interno degli edifici. “E poi, nel corso dell’estate, siamo diventati più negligenti con le misure di base”, osserva. Ciò è dimostrato dal fatto che ci sono state molte infezioni nelle famiglie e nelle feste private.
tvsvizzera.it/fra con RSI
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