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La curva del contagio è un po’ meno ripida

Sala di conferenza stampa; quattro persone al tavolo, grafici con curve alle loro spalle
La consueta conferenza stampa degli esperti (rappresentanti dell'Ufficio federale della sanità pubblica, della task force scientifica della confederazione e dei medici cantonali). Keystone / Anthony Anex

In Svizzera, la curva dell'aumento dei contagi da Covid comincia a dare segni di appiattimento. Benché ciò sia presumibilmente dovuto alle misure intraprese a livello cantonale e nazionale, gli esperti della Confederazione hanno sottolineato venerdì a Berna che la strada verso la fine della seconda ondata dell'epidemia di coronavirus è ancora lunga.

A livello di ospedalizzazioni e decessi, il Paese si sta avvicinando ai picchi della prima ondata, ha osservato il responsabile per le malattie trasmissibili all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Stefan Kuster.

Ma se si guardano i dati sul lungo termine, la curva di crescita -pur a livelli troppo alti- sembra in qualche modo appiattirsi. Solo il tempo dirà se è l’effetto delle restrizioni alle attività e delle misure di protezione; proprio per questo è importante continuare a rispettarle, ha concluso.

La lotta deve perdurare

Gli ha fatto eco il presidente della task force scientifica Covid-19 della Confederazione, Martin Ackermann, secondo cui i dati paiono suggerire che la popolazione ha capito la gravità della situazione e si sta comportando bene. La curva -benché sempre in salita- comincia a sembrare meno ripida. Questa tendenza deve però proseguire su un termine più lungo, ha detto.

Sulla base di alcuni dati statistici, ha riferito Ackermann, si registra invece una mobilità eccessiva nella popolazione, ciò che potrebbe compromettere i miglioramenti. “Fate più telelavoro possibile”, ha esortato.

Ospedali sotto pressione

Invita alla prudenza anche la direttrice dell’UFSP Anne Lévy. Si osserva una certa stabilizzazione ma non si può parlare di miglioramento, anche perché ancora non si rispecchia nelle ospedalizzazioni, ha precisato.

Lo spazio nelle cure intensive degli ospedali svizzeri comincia ad essere ad esempio limitato. Se non si continua a fare di tutto per fermare il virus, ha chiarito Lévy, la situazione potrebbe diventare critica.

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Gli esperti sono infine tornati a ricordare l’importanza di prestare attenzione nelle situazioni più informali. Non di rado, ha osservato il rappresentante dei medici cantonali Thomas Steffen, si rispettano alla lettera le disposizioni durante le ore di lavoro per poi dimenticarsene in pausa pranzo. Un atteggiamento pericoloso.

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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 06.11.2020)

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