Un siero iperimmune in fase di sviluppo a Berna
Il metodo terapeutico si chiama globulina iperimmune ed è già utilizzato nel trattamento di malattie come l'epatite B, la rabbia o l'Ebola. Un consorzio internazionale di aziende farmaceutiche sta lavorando per applicarlo al coronavirus e lo sviluppo avviene a Berna.
Isolare gli anticorpi di pazienti guariti dalla Covid-19 partendo dal loro plasma per produrre i primi campioni di un nuovo medicinale. È il progetto a cui sta lavorando la ditta farmaceutica CSL Behring a Berna.
Il metodo è diverso da quello su cui stanno lavorando molti istituti di ricerca e che consiste nella trasfusione di plasma di pazienti guariti a persone malate.
Questo siero iperimmune – spiega alla RSI Enos Bernasconi, responsabile del settore malattie infettive dell’Ente ospedaliero cantonale ticinese – “è un concentrato di anticorpi molto specifici che permettono la neutralizzazione del virus […]. Il plasma è una soluzione un po’ differente perché da una parte contiene sicuramente anticorpi […], dall’altra anche altre sostanze che possono rallentare l’effetto infiammatorio nella persona colpita”.
Questi sieri non sono adatti per tutte le tipologie di paziente, rileva da parte sua Hans-Jakob Furrer, responsabile del servizio malattie infettive dell’Inselspital di Berna: “Sono efficaci prima che la malattia si manifesti e in uno stadio precoce. Secondo me sarebbero da utilizzare principalmente in quelle fasi. E questo, in pazienti che sappiamo avere un rischio di un decorso grave o mortale durante l’infezione.”
Comunque, per il momento è troppo presto per sapere se il siero sia una terapia adeguata o meno. Non è infatti stato condotto ancora nessuno studio clinico.
I dettagli nel servizio della RSI:
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