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Da venerdì la Svizzera torna alla normalità

Un uomo toglie i vari cartelli con le misure anti Covid all entrata del suo negozio
Tolte tutte le restrizioni, si tolgono i cartelli sulle vetrate dei negozi. © Keystone / Georgios Kefalas

La Svizzera ha deciso di togliere le ultime restrizioni prese durante la pandemia. Da venerdì, si torna dunque alla normalità, niente più isolamento per le persone testate positive al coronavirus e stop all'uso obbligatorio di mascherine nei trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie.

La decisione è stata presa mercoledì dal Consiglio federale. Tolte dunque le ultime misure restrittive decretando così la fine della situazione particolare. Questo significa che da venerdì la responsabilità principale delle misure di protezione della popolazione è di nuovo nelle mani dei cantoni, come previsto dalla legge sulle epidemie.

La Confederazione ha nel frattempo elaborato un documento di base, messo come d’abitudine in consultazione (cantoni e cerchie interessate) fino al prossimo 22 aprile, che definisce gli obiettivi e la distribuzione dei compiti in questa fase di transizione.

Nonostante la Confederazione abbia tolto tutte le restrizioni, il governo federale ricorda però che “il virus SARS-CoV-2 non sparirà e bisognerà attendersi nuove ondate stagionali anche in futuro. Tuttavia, sebbene non sia possibile prevedere con certezza come evolverà la pandemia, è poco probabile che nei prossimi mesi la salute pubblica corra gravi rischi”.

In Svizzera, nelle ultime 24 ore, si sono registrati 16’462 nuovi casi di coronavirus, secondo le cifre pubblicate dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Sono stati segnalati otto nuovi decessi e 165 persone sono state ricoverate in ospedale.

Esattamente una settimana fa, l’UFSP ha annunciato 26’084 casi, ovvero 9622 in più. Lo stesso giorno si contavano 15 decessi e 191 ricoveri.

Attualmente 641 persone si trovano in cure intense. I pazienti Covid occupano il 17,40% dei posti disponibili in terapia intensiva.

Sul chi vive fino alla prossima primavera

La Confederazione e i cantoni – sottolinea sempre il Consiglio federale – prevedono una fase di transizione fino alla primavera del 2023, durante la quale saranno necessarie un’alta vigilanza e una rapida capacità di reagire. Dovranno pertanto essere mantenute le strutture, in particolare per i test, le vaccinazioni, il tracciamento dei contatti, la sorveglianza e l’obbligo di notifica da parte degli ospedali.

Il Consiglio federale oggi ha deciso anche diversi adeguamenti nell’ordinanza 3 COVID-19. Tra questi, la sospensione dell’assunzione dei costi di test ripetuti per i campi e le colonie di vacanza e l’agevolazione dell’accesso a medicamenti per determinate persone gravemente immunosoppresse.

L’applicazione SwissCovid – invero mai decollata – è stata disattivata temporaneamente. Tuttavia, il suo funzionamento può essere ripreso rapidamente “qualora la situazione epidemiologica lo richiedesse”. I dati degli utenti registrati nei sistemi della Confederazione saranno in ogni caso cancellati.

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“Ignorate la segnaletica”

Le Ferrovie federali svizzere (FFS) e le altre aziende di trasporto pubblico invitano la clientela a ignorare la segnaletica che, anche dopo il 31 marzo, rimarrà appesa su treni e bus col messaggio di indossare obbligatoriamente la mascherina.

Con la revoca di questo obbligo, deciso dal Consiglio federale, le aziende devono ora eliminare o adattare vari mezzi di comunicazione adottati 21 mesi fa, come gli annunci nei treni, le affissioni sui veicoli o le informazioni agli schermi. Per ragioni tecniche e a causa degli intervalli di manutenzione dei veicoli, potranno volerci fino a tre settimane prima che le affissioni sull’obbligo della mascherina vengano rimosse. Pertanto anche nei veicoli ancora contrassegnati si potrà viaggiare senza mascherina, precisano le FFS. “Ovviamente, chi lo desidera potrà continuare a indossare la mascherina.”

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