La televisione svizzera per l’Italia

Dai locali a luci rosse agli appartamenti, le prostitute preferiscono affittare sulle piattaforme online

Piedi di donne che indossano scarpe con tacchi a spillo.
KEYSTONE/DPA/Sebastian Gollnow

Le prostitute in Ticino, oggi principalmente di origine rumena, italiana e spagnola, hanno abbandonato i tradizionali locali a luci rosse e, approfittando delle piattaforme online, affittano appartamenti per brevi periodi dove praticano la professione al di fuori della legalità. 

Rispetto al primo decennio del nuovo millennio, la situazione della prostituzione in Ticino è sotto controllo.  In passato, erano attivi circa 35 locali erotici, e la prostituzione veniva esercitata in una settantina di appartamenti. 

A seguito dell’operazione Domino condotta dalla magistratura e dalla polizia ticinese nel 2012, dodici locali hanno chiuso i battenti su ordine della magistratura e altri undici hanno cessato autonomamente l’attività. Nel 2019 è entrata in vigore una nuova legge cantonale sulla prostituzioneCollegamento esterno che ha infine regolato questo settore che da tempo si trovava in un limbo tra legalità e illegalità.  

Prostituzione e piattaforme online

“Oggi i locali a luci rosse legali in Ticino sono nove, mentre sono 24 gli appartamenti notificati per l’esercizio della prostituzione”, come spiega Gianluca Calà Lesina, Commissario capo della sezione tratta e sfruttamento esser umani (TESEU) della polizia cantonale. Tuttavia, il numero di appartamenti effettivamente utilizzati è decisamente più alto perché molte lavoratrici del sesso non notificano i locali in cui esecitano alle autorità, finendo nel circuito dell’illegalità. 

In Svizzera la prostituzione è legalmente riconosciuta come professione e, per esercitarla in un appartamento, è necessario notificarlo alla TESEUCollegamento esterno. Ciò comporta che il proprietario dell’appartamento e la lavoratrice del sesso debbano registrare l’immobile presso la polizia cantonale. Infine, il comune deve autorizzare l’attività a condizione che l’appartamento si trovi in una zona idonea per l’esercizio della professione. 

Scatole cno lucchetti a cifre all'entrata di un edificio.
Gli appartamenti affittati sulle piattaforme online sono diventati i luoghi preferiti dalle lavoratrici del sesso che sono sempre più mobili. Keystone / Michael Buholzer

A causa delle restrizioni legali, molte lavoratrici del sesso, pur volendo operare legalmente e in modo indipendente, non riescono a trovare appartamenti adatti, finendo per esercitare illegalmente. È in questo contesto che emergono gli affitti brevi su piattaforme come Airbnb e Booking.com, che stanno diventando sempre più diffusi, soprattutto nelle località turistiche di Lugano e Locarno, dove la domanda di appartamenti per vacanze è alta. “Sappiamo con certezza che queste piattaforme vengono utilizzate per la prostituzione – afferma Gianluca Calà Lesina –. Grazie a segnalazioni anche da parte dei cittadini, possiamo confermare un aumento dei soggiorni brevi da parte delle professioniste del sesso”. 

Di conseguenza, la polizia ha intensificato i controlli, aumentando anche le sanzioni. “Nel 2024 – continua il Commissario capo – sono state denunciate al Ministero pubblico 128 persone per aver esercitato o consentito la prostituzione in luoghi non autorizzati. Di queste, circa ottanta infrazioni sono state commesse in appartamenti affittati brevemente, trovati su piattaforme online”. 

Cambia anche la prostituzione

Il fenomeno degli affitti brevi per la prostituzione rappresenta un cambiamento significativo nelle abitudini del settore. Come sottolinea Gianluca Calà Lesina, oggi si rileva una maggiore mobilità tra le persone che esercitano questa professione: “I soggiorni sono sempre più brevi e gli spostamenti frequenti.” Le piattaforme come Airbnb e Booking.com, che consentono di affittare stanze anche per pochi giorni, offrono una soluzione ideale alle lavoratrici del sesso, anche se illegale. 

Altri sviluppi
Una prostituta

Altri sviluppi

Il periodo d’oro dei bordelli in Ticino, tra prostituzione e omicidi

Questo contenuto è stato pubblicato al Tra il 1991 e il 2012 il Ticino è stato il bordello della Lombardia. Con l’operazione Domino, condotta dall’allora procuratore pubblico John Noseda, è stata messa la parola fine alla proliferazione di locali, case e appartamenti dove veniva esercitata la prostituzione. E in quegli stessi anni sono stati numerosi gli omicidi a luci rosse.

Di più Il periodo d’oro dei bordelli in Ticino, tra prostituzione e omicidi

La maggior parte delle persone denunciate finora proviene dalla Romania, seguita da Italia e Spagna, ma sono stati registrati anche casi di lavoratrici sudamericane e, in misura minore, asiatiche. 

Zone d’ombra

Il ricorso agli affitti illegali per l’esercizio della prostituzione crea non poche difficoltà, sia per le forze dell’ordine, che faticano a localizzare e monitorare il fenomeno, sia per chi si occupa della salute e dei diritti delle lavoratrici del sesso, come gli operatori e le operatici di PrimisCollegamento esterno, il servizio di ZonaprotettaCollegamento esterno

Primis promuove la salute sessuale e i diritti correlati delle persone che si prostituiscono. Il suo compito è quello di ridurre i rischi legati all’esercizio della prostituzione e favorire l’accesso dei e delle lavoratrici del sesso ai servizi di aiuto sociale, giuridico, garantendo l’accesso alle cure e alla prevenzione.  

Si tratta di un lavoro di prossimità, svolto direttamente nei locali notturni e negli appartamenti. Gli operatori e le operatrici di Primis si trovano in difficoltà nel raggiungere le lavoratrici che operano in appartamenti privati non notificati. “Quando lavorano in appartamenti non registrati, queste professioniste diventano invisibili e più vulnerabili”, afferma Vincenza Guarnaccia, responsabile di Primis. “Queste libere professioniste si trovano a lavorare nell’illegalità, entrando in una zona grigia che ci preoccupa molto”. 

Una possibile modifica della legge

Vincenza Guarnaccia sostiene la necessità di modificare la legge cantonale sulla prostituzione, per semplificare il processo di ottenimento dell’autorizzazione per lavorare legalmente negli appartamenti, così da garantire maggiore sicurezza e tutela alle lavoratrici del sesso. “La legge attuale, pur essendo stata un tentativo di regolamentare un settore che era fuori controllo, finisce per limitare l’autonomia delle lavoratrici del sesso, che dovrebbero avere il diritto di scegliere come e dove lavorare”.  

In effetti, la legislazione attuale crea un paradosso: “Anziché ottenere un maggiore controllo – aggiunge Guarnaccia – assistiamo a un crescente numero di persone che scivolano nell’invisibilità, con tutti i rischi connessi. È difficile che un proprietario sia d’accordo che ci si prostituisca nel proprio appartamento. Il rischio così è quello di finire in mano a tutta una serie di personaggi che sfruttano le donne”. 

Anche Gianluca Calà Lesina sottolinea che ogni situazione viene attentamente analizzata, e quando emergono segnali di sfruttamento, questi vengono denunciati: “Nel 2024, due persone sono state denunciate per sfruttamento della prostituzione, una in un locale erotico autorizzato e l’altra per prostituzione illegale in un appartamento non notificato”.  

Altri sviluppi

La legge attuale è stata concepita per regolamentare l’attività a lungo termine, ma non è stata aggiornata in risposta ai cambiamenti recenti nelle abitudini delle lavoratrici del sesso, che ora spesso praticano l’attività in modo saltuario o si spostano frequentemente. “Molte professioniste preferiscono soluzioni più agili, come gli affitti brevi su piattaforme online, per motivi pratici e legati alla loro mobilità”, conclude Vincenza Guarnaccia. 

La situazione nella Svizzera tedesca

“La prostituzione in appartamenti privati è in forte espansione: la polizia è preoccupata”. Questo è il titolo di un recente servizioCollegamento esterno realizzato dai colleghi della SRF, che hanno intervistato alcune prostitute attive nel Canton Lucerna.

Una di queste, una cittadina italiana che lavora in Svizzera da dieci anni, ha spiegato di ricevere i suoi clienti in un appartamento condiviso con altre donne. L’appartamento viene affittato brevemente tramite piattaforme online, per pochi giorni, e poi lasciato. Secondo la professionista, lavorare in appartamento è più sicuro rispetto ai grandi bordelli. Tuttavia, non tutte le prostitute che operano in appartamento sono indipendenti: la stessa donna ha raccontato di aver assistito a casi di prostituzione forzata.

Secondo il servizio, gli esperti stimano che oggi circa la metà delle lavoratrici del sesso offra i propri servizi privatamente, fuori dai bordelli pubblici.

Anche la polizia di Lucerna esprime preoccupazione, simile a quella delle autorità ticinesi. Simon Steger, responsabile dei reati sessuali e di costume, afferma che “gli appartamenti privati possono essere positivi per le donne che lavorano in modo indipendente, ma offrono anche l’opportunità ai protettori di sfruttare le donne in modo nascosto, rendendo difficile per noi raggiungerle. Ciò che ci preoccupa maggiormente è che i nostri sforzi sono aumentati e che sempre più donne si spostano verso il mercato clandestino”.

Altri sviluppi
Una donna in una camera per incontri.

Altri sviluppi

Prostituzione, meno “professioniste” ed è cambiata l’offerta

Questo contenuto è stato pubblicato al Nella Svizzera Italiana sono diminuite intorno a 200 le prostitute legali e si è ridotto il numero dei postriboli. È però aumentato l’esercizio negli appartamenti privati.

Di più Prostituzione, meno “professioniste” ed è cambiata l’offerta

La situazione nella Svizzera romanda

Anche i colleghi della RTS hanno indagato sul fenomeno della prostituzione illegale, concentrandosi sulle reti criminali che operano ai margini del mercato legale nella Svizzera francese. Secondo quanto raccontato nel loro reportageCollegamento esterno, queste reti organizzano un’offerta completamente illegale di prostituzione, soprattutto in appartamenti privati affittati tramite piattaforme online.

Alcune delle donne coinvolte hanno documenti europei e possono lavorare legalmente come prostitute, mentre altre sono prive di permesso di soggiorno o di lavoro, e offrono sesso a pagamento in modo illegale. L’inchiesta condotta dall’Unità investigativa della RTS ha rivelato che la prostituzione illegale è in forte espansione, diventando una preoccupazione per chi rispetta le normative e per le autorità, che stanno faticando a contrastare il fenomeno.

In Svizzera romanda, le prostitute illegali provengono in gran parte dall’America Latina, in particolare dalla Colombia, come confermato dalle forze di polizia cantonali. “Da alcuni mesi stiamo osservando un aumento del numero di lavoratrici del sesso provenienti dal Sud America”, ha dichiarato il portavoce della polizia di Friburgo. Una situazione simile si verifica nel Canton Vaud.

Secondo il sovrintendente Jean-François Lauener, capo dell’unità migrazione e reti illegali della polizia vodese, “per quanto ne sappiamo, arrivano come turiste. Non è chiaro come vengano gestite una volta entrate nel Paese”.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR