Circa 170’000 svizzeri consumano acqua contaminata da pesticidi
La qualità dell'acqua potabile in Svizzera è globalmente buona, ma il 2,7% della popolazione è esposta a concentrazioni di pesticidi o di loro residui superiori ai limiti di legge.
“A livello regionale sono necessari miglioramenti”, indica un rapporto dell’Associazione dei chimici cantonali svizzeri (ACCS) pubblicato giovedì, ma datato 6 settembre. Lo studioCollegamento esterno, disponibile solo in tedesco e francese, intitolato “Prodotti fitosanitari nell’acqua potabile”, produce i risultati di una campagna nazionale mirata sui pesticidi, che quest’anno è stata realizzata in modo coordinato in tutta la Confederazione e nel Liechtenstein. Alle analisi ha partecipato tra gli altri il Laboratorio cantonale ticinese.
Complessivamente tra aprile e maggio sono stati prelevati 296 campioni che, secondo l’ACCS, sono rappresentativi di quanto distribuito all’80% della popolazione. In totale, dodici campioni, tutti prelevati in regioni con attività agricola intensiva e associabili a circa il 2,7% della popolazione, hanno mostrato un superamento dei valori massimi di legge, la maggior parte dei quali dovuta a un prodotto di degradazione del clorotalonil.
Quest’ultimo è una sostanza attiva ammessa dagli anni ’70 nei prodotti fitosanitari in qualità di fungicida ed è utilizzato nella coltivazione di patate, cereali, verdura, uva e piante ornamentali. I prodotti di degradazione possono giungere nelle acque sotterranee e dunque anche nell’acqua potabile.
L’esempio di un pozzo di captazione a Genestrerio, in Ticino, dove sono state rilevate tracce di clorotalonil:
Alcuni prodotti potrebbero essere vietati
Quest’anno le polemiche relative ai valori troppo elevati di residui di clorotalonil in diversi comuni svizzeri hanno reso attenta la Confederazione che da luglio, attraverso l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), sta valutando la possibilità di revocare l’autorizzazione dei prodotti fitosanitari contenenti questo principio attivo. La decisione dovrebbe essere presa quest’autunno. Nel frattempo, all’inizio di agosto, l’USAV ha pubblicato una direttiva che impone ai Cantoni di intervenire nel caso in cui venisse superato un determinato valore limite.
Alla metà di agosto anche l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), che ha pubblicato un rapporto sulle osservazioni effettuate dal 2007 al 2016 sulle acque sotterranee, ha denunciato, tra le altre, varie contaminazioni da diversi metaboliti di clorotalonil. L’UFAM raccomandava varie contromisure, compresa l’eventuale rinuncia all’utilizzazione.
Glifosato non rilevato
L’indagine sull’acqua di rubinetto dei chimici cantonali rivela anche che residui di antiparassitari, al di sotto del livello massimo, sono stati riscontrati in oltre la metà dei campioni, mentre prodotti di degradazione, per i quali non sono state fissate concentrazioni limite, sono stati trovati spesso. In tutti questi casi, sottolinea l’ACCS, l’acqua potabile è conforme ai requisiti della legislazione alimentare.
Sebbene il suo uso sia stato vietato da ormai sette anni, sono stati spesso rilevati residui dell’erbicida atrazina. I chimici cantonali constatano invece che l’erbicida non selettivo glifosato, al centro di una vertenza ormai mondiale, non costituisce un problema nell’acqua. Una parte dei campioni sono stati analizzati per identificare il prodotto e un suo residuo, che non sono mai stati rilevati.
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