Dichiarazioni di Trump su Gaza, il DFAE aspetta di vedere se qualcosa si concretizza
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Il Dipartimento federale degli affari esteri ha fatto sapere che aspetta di vedere se le dichiarazioni Donald Trump sulla sua intenzione di controllare Gaza si concretizzeranno.
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Keystone-ATS
Mercoledì il presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato, dopo un incontro con il premier israeliano, di voler “prendere il controllo della Striscia di Gaza”, ponendo il territorio sotto il controllo statunitense. Il piano è quello di spostare la popolazione palestinese altrove.
Uno sfollamento che da molte parti viene definito come una vera e propria “pulizia etnica”, anche se in seguito alle prime dichiarazioni di Trump la Casa Bianca ha ridimensionato i propositi. Il segretario di Stato Marco Rubio ha fatto sapere che lo spostamento della popolazione sarebbe solo temporaneo: il presidente, ha detto, vuole “ricostruire gli edifici distrutti” affinché la popolazione “possa tornare nelle proprie case”.
Propositi che il DFAE, contattato dalla Radiotelevisione della Svizzera romanda RTS, si è mostrato prudente: “Conosciamo l’approccio transazionale di questa amministrazione alla politica estera. Ci sono molte dichiarazioni. Per noi è importante vedere cosa segue effettivamente queste dichiarazioni”, ha dichiarato il portavoce del DFAE Nicolas Bideau. Se a queste dichiarazioni seguiranno fatti concreti che avranno un impatto sui nostri valori di diritto internazionale, che avranno un impatto sulla nostra politica, allora sarà il momento di prendere posizione. Per il momento, siamo in una fase diplomatica in cui dobbiamo analizzare. Sarebbe sbagliato prendere posizione adesso”.
Più severi Parigi e il Cairo: i capi di Stato francese Emmanuel Macron e quello egiziano Abdel Fattah al-Sissi hanno fatto sapere, tramite l’Eliseo, che “qualsiasi spostamento forzato della popolazione a Gaza o in Cisgiordania sarebbe inaccettabile” e sarebbe “una grave violazione del diritto internazionale”.
Il segretario generale dell’ONU ha parlato di “pulizia etnica”, Amnesty International di “una forma di colonizzazione del XXI secolo”, mentre per la Lega araba la proposta di Trump è una “ricetta per l’instabilità”. Ryadh ha fatto sapere che per gli Emirati non ci può essere normalizzazione dei rapporti con Israele senza la creazione di uno Stato palestinese. Un’opinione condivisa anche dall’UE: per Bruxelles Gaza “è parte integrante di un futuro Stato palestinese”.
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