La televisione svizzera per l’Italia

La corsa della Svizzera al Consiglio di sicurezza

Vista dall alto della sala del Consiglio di sicurezza in una riunione in anni recenti; emiciclo quasi interamente occupato
La sala del Consiglio di sicurezza in un'immagine d'archivio. Keystone / Andrew Gombert

È rientrata nel vivo a New York la campagna della Svizzera a sostegno della sua candidatura a un posto nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che potrebbe diventare realtà a poco meno di vent'anni dall'adesione della Confederazione all'Onu. Le telecamere della Radiotelevisione svizzera hanno seguito per qualche ora l'ambasciatrice Pascale Baeriswyl.

Baeriswyl, fino a due anni fa Segretaria di Stato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) a Berna, ha ripreso a incontrare in presenza i suoi collaboratori della missione elvetica all’Onu dopo mesi di telelavoro imposto dalla pandemia di Covid-19, che nella Grande Mela ha fatto decine di migliaia di morti.

L’ordine del giorno resta però lo stesso, ovvero la candidatura della Svizzera al Consiglio di sicurezza: manca poco più di un anno al voto da parte dell’Assemblea (giugno 2022) che designerà i membri non permanenti per il biennio 2023/24.

Il Consiglio di sicurezza è l’organo esecutivo delle Nazioni Unite. Cina, Federazione Russa, Francia, Regno Unito e Stati Uniti vi siedono come membri permanenti con diritto di veto. Gli altri seggi sono occupati a rotazione da 10 Paesi, eletti ogni due anni.

“Abbiamo potuto costruirci nel tempo un profilo di attore affidabile, che non ha un’agenda nascosta, ma difende l’ordine internazionale”, confida Baeriswyl, che osserva come la Confederazione, uno dei Paesi più globalizzati al mondo, possa dare un contributo importante al multilateralismo.

Ma come si conduce, concretamente, la campagna? Qualche risposta in questo reportage, che mostra come l’attività di certo non si limita agli orari d’ufficio.

Contenuto esterno

Nel servizio RSI, l’intervista a Pascale Baeriswyl e le considerazioni del principe giordano Zeid Ra’ad Al Hussein, direttore dell’International Peace Institute, sui buoni uffici della Svizzera.

E le possibilità di successo? “Siamo abbastanza ottimisti, fino ad ora nessuno contesta la nostra candidatura”

Contenuto esterno
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
I più letti della settimana

Un mosaico di notizie selezionato in maniera automatica in base a quelle che più hanno suscitato l’interesse dei lettori nel corso della settimana precedente.

Settimanale

La dichiarazione della SRG sulla protezione dei dati fornisce ulteriori informazioni sul trattamento dei dati.

tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 01.05.2020) 

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR