In Svizzera vengono calcolati due tassi di disoccupazione, che spesso presentano grandi differenze.
Keystone / Christian Beutler
Nel secondo trimestre del 2024 nella Confederazione si contavano 203'000 persone disoccupate secondo la definizione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO).
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Keystone-ATS
Rispetto al secondo trimestre del 2023 sono aumentate di 15’000 unità le persone che risultavano disoccupate nello stesso periodo del 2024. Questo si traduce in una quota di senza lavoro del 4,0% della popolazione attiva.
È quanto emerge dall’ultima rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS), realizzata dall’Ufficio federale di statistica (UST) e pubblicata martedì. Fra aprile e giugno di un anno fa il tasso di disoccupazione era al 3,7%, fra gennaio e marzo 2024 al 4,3%.
La statistica traccia anche un bilancio complessivo sull’occupazione: nel trimestre passato al setaccio lavoravano 5,3 milioni di persone (+0,5% sia su base annua sia trimestrale). A crescere è stata la manodopera straniera (+3,2%), mentre è scesa quella svizzera (-0,8%).
Tasso ILO vs. tasso SECO
Per disoccupato ai sensi dell’ILO s’intende una persona che non ha un impiego, che lo ha cercato nelle quattro settimane precedenti ed è disponibile a lavorare: tutto questo viene determinato tramite sondaggi. A titolo di confronto, la disoccupazione calcolata mensilmente dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), che si basa invece esclusivamente sugli iscritti agli Uffici regionali di collocamento, si è attestata al 2,3% in aprile, maggio e giugno.
Il tasso ILO ha il vantaggio di permettere di avanzare confronti internazionali: quello elvetico risulta così più basso di UE (5,9%), Eurozona (6,3%), Francia (6,9%) o Italia (6,7%), ma superiore a quello di diversi altri Paesi, come ad esempio la Germania (3,4%). I più virtuosi sono Cechia (2,7%) e Polonia (2,8%).
Le diverse categorie
A livello giovanile (15-24 anni), nella Confederazione il tasso di disoccupazione è passato in 12 mesi dal 6,4% al 5,9%. A titolo di paragone, nello stesso periodo è progredito dal 14,3 al 14,5% nell’Unione europea.
Spulciando le tabelle secondo le varie categorie, si evince che la disoccupazione ILO interessa più le e gli stranieri (6,9%) che le e gli svizzeri (2,8%), nonché più le donne (4,2%) che gli uomini (3,8%). Fondamentale risulta anche il livello d’istruzione: chi non dispone di una formazione post-obbligatoria (7,9%) risulta più a rischio di chi può contare su una formazione di grado secondario (3,6%) o terziario (3,0%).
Infine, il numero di persone disoccupate di lunga durata (da un anno o più) si attestava a 75’000, ovvero 1’000 in più rispetto allo stesso trimestre del 2023. La loro quota sul totale dei e delle senza lavoro è diminuita, passando dal 39,3 al 37,2%. La durata mediana di disoccupazione è salita da 213 a 242 giorni.
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