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Lavoro, un altro passo a favore della “preferenza indigena” a Ginevra

In aggiunta alla cosiddetta "preferenza indigena light", sistema introdotto a livello nazionale per promuovere l'assunzione di personale residente, e alla preferenza cantonale obbligatoria per il settore pubblico, a Ginevra è stato raggiunto un accordo anche per il settore privato.


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Come nel cantone Ticino, anche a Ginevra il tema del mercato del lavoro transfrontaliero è sensibile. I lavoratori residenti oltre il confine sono spesso al centro del dibattito politico. Considerati importante manodopera da un lato, dall’altro c’è chi ritiene che la loro presenza provochi dumping salariale e abbia come conseguenza minori assunzioni di persone residenti nel cantone.

Una dei metodi introdotti per affrontare queste problematiche è la “preferenza indigena light”, il sistema introdotto a livello nazionale nel 2018 che impone alle aziende operanti in un settore in cui la disoccupazione supera il 5% di segnalare i posti vacanti agli Uffici regionali di collocamento (URC) cinque giorni prima di pubblicare l’annuncio altrove, dando così ai disoccupati iscritti presso gli URC un accesso anticipato alla proposta di impiego.

A Ginevra oltre alla preferenza cantonale nel settore pubblico, è stata ora raggiunta un’intesa anche con il settore privato. Le aziende ginevrine (anche quelle di un settore con un tasso di disoccupazione inferiore al 5%) si impegnano ad annunciare i posti vacanti presso gli URC, dove avranno un consigliere dedicato.

Si tratta di un impegno preso su base volontaria che non obbliga le aziende né all’assunzione, né a convocare delle persone per un colloquio, ma per i suoi sostenitori permetterà di migliorare il dialogo tra amministrazione pubblica, URC e aziende private.

Il tempo dirà se la misura avrà un impatto significativo. 

Il servizio del telegiornale della Radiotelevisione svizzera:

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