Una ditta svizzera ha fornito alla Serbia tecnologia spia dei cellulari
Una società svizzera ha fornito al governo serbo nel 2023 una tecnologia per la sorveglianza dei cellulari. Si tratterebbe di dispositivi spia che permettono di localizzare, intercettare e ascoltare i telefoni cellulari, secondo quanto scrive oggi il SonntagsBlick.
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Keystone-ATS
Il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) ha confermato su richiesta di Keystone-ATS la notizia del domenicale, secondo cui la Confederazione ha autorizzato nel 2023 la consegna alla Serbia di cosiddetti “IMSI Catcher” (dispositivi che consentono di intercettare cellulari all’insaputa delle compagnie di telecomunicazione, ndr.) per un valore di quasi due milioni di franchi.
Secondo Fabian Maienfisch, portavoce della Segreteria di Stato dell’economia (Seco), i dispositivi di sorveglianza sono stati forniti ad agenzie statali in Serbia.
L’Ordinanza sull’esportazione e la mediazione di beni per la sorveglianza di Internet e delle comunicazioni mobili (OICoM) prevede che una simile autorizzazione dev’essere rifiutata “se vi sono ragioni di supporre che il bene venga utilizzato dal destinatario finale come strumento di repressione”.
La Seco sostiene di aver consultato nel 2023, prima di prendere la sua decisione, il Dipartimento federale degli affari esteri, il Dipartimento federale della difesa, come pure il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC). Nell’ambito dell’esame dei singoli casi, non sarebbero stati riscontrati indizi sufficienti per ritenere che la merce sarebbe stata utilizzata come strumenti di repressione da parte del destinatario finale.
Il DEFR non ha voluto specificare a Keystone-ATS se i dispositivi siano stati forniti ai servizi segreti serbi o al Ministero degli Interni. Nessuna risposta anche sulla società svizzera che ha fornito i dispositivi e alla domanda se una simile richiesta di esportazione oggi verrebbe autorizzata.
Alla fine dello scorso anno, si è appreso che il governo serbo guidato dal primo ministro Milos Vucevic, ora dimissionario, ha fatto sorvegliare attivisti e professionisti dei media utilizzando, tra l’altro, software spia illegali. Amnesty International parla di un approccio sistematico che probabilmente è stato usato contro la società civile su larga scala.
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