Ecco perché l’inflazione è più bassa in Svizzera
Un Paese ricco dove i prezzi sono già alti, una moneta forte, una politica monetaria migliore e una minor dipendenza dalle fonti energetiche di terzi. Ecco alcuni motivi che permettono alla Svizzera di controllare meglio l’inflazione rispetto ai Paesi dell’Eurozona, come ci spiega il professore Edoardo Beretta dell’Università della Svizzera italiana.
Da quando sono scoppiati la pandemia prima e il conflitto in Ucraina dopo, l’oscillare del tasso d’inflazione è un tema sulla bocca di tutti e che riguarda ognuno di noi. Più che altro perché più che un oscillare è stato fino a pochi mesi fa un continuo aumentare dei prezzi al consumo. La fotografia attuale ci dice che il rincaro a luglio 2023 in Svizzera è ulteriormente sceso all’1,6%, come ha comunicato a inizio agosto l’Ufficio federale di statistica.
Anche Eurostat ha diffuso il dato preliminare sull’andamento dei prezzi al consumo in area euro a luglio 2023. L’inflazione ha registrato un incremento annuale del 5,3%, rispetto al +5,5% di giugno e al +8,9% dello stesso mese del 2022.
Nonostante l’inflazione nell’eurozona sia scesa vistosamente nell’ultimo anno (il dato più alto è stato registrato nel mese di marzo 2022: +7.5%), il tasso di crescita europeo della stessa è comunque decisamente superiore a quello elvetico.
Come spiega Eurostat, l’inflazione resta alta in Europa, trascinata soprattutto dai Paesi dell’est.
In generale, perché l’inflazione generalmente è più bassa in Svizzera rispetto ai Paesi limitrofi? Ci risponde il professor Edoardo Beretta, professore titolare della facoltà di Scienze economiche dell’USI a Lugano ed esperto di politica monetaria.
I cinque motivi del perché l’inflazione in Svizzera è più bassa
1. Paese ricco con i prezzi superiori alla media
Il motivo principale, in ordine d’importanza, del perché la Svizzera goda di un tasso dell’inflazione più basso del resto dell’Europa è perché la Confederazione ha già un livello dei prezzi mediamente più elevato rispetto ai Paesi OCSE.
Si sa che i prezzi sono determinata dalla domanda e dall’offerta. Il rincaro globale in un Paese con i prezzi già molto elevati (il caso della Svizzera) fa sì che il margine di crescita non possa essere molto elevato. Nei Paesi in cui il tenore di vita e i prezzi sono più bassi, il margine di incremento è ovviamente più alto. Da qui il maggior aumento del tasso d’inflazione.
2. La forza del franco svizzero
La seconda ragione fa riferimento alla forza del franco svizzero. Essendo un bene rifugio, la valuta elvetica viene molto acquistata durante i periodi di turbolenza e questo mette al riparo l’economia da un’inflazione importata. Non solo.
Prima della spirale inflazionistica, almeno così la possiamo chiamare in alcune realtà fuori della Svizzera, il franco forte è stato oggetto di critiche da parte del mondo economico perché penalizzava l’export elvetico, e qui includo anche il settore turistico. Paradossalmente però, il franco alto ha protetto l‘economia svizzera dai rincari. Detto altrimenti, la forza della valuta elvetica ha ridotto gli effetti dell’inflazione importata (ovvero il rincaro di beni e servizi importati dall’estero): spendiamo la stessa somma ma otteniamo (potenzialmente) più beni e servizi dal resto del mondo. Questo ha protetto l’economia svizzera da un ulteriore rincaro dovuto all’inflazione.
3. Meno dipendente da energie fossili
Un terzo motivo va ricondotto all’approvvigionamento energetico. L’Europa è stata travolta da una crisi energetica storica lo scorso anno a causa dell’impennata delle quotazioni di gas e petrolio conseguente alla guerra in Ucraina. Lo “switch” repentino dalle energie fossili a quelle alternative – o comunque la ricerca di nuovi Paesi fornitori – cui è stata costretta l’UE, molto dipendente da gas e petrolio russo, ha causato rincari importanti.
La Svizzera era meno dipendente da questi combustibili fossili, essendosi da tempo orientata sull’energia idroelettrica. In altre parole, questa minor dipendenza dalla Russia ha reso la Confederazione più autonoma. La conseguenza diretta è che l’UE è stata maggiormente in balìa dei rincari energetici rispetto alla Svizzera.
A questo si deve aggiunge che nel paniere di beni e servizi dell’UE – che si discosta in parte da quello elvetico – l’energia ha un peso ponderale maggiore: nel paniere elvetico i costi dell’energia influenzano meno l’eventuale rincaro.
Dunque, da un lato la Svizzera è più autonoma nell’approvvigionamento energetico e dall’altro, il peso dei costi dell’energia nel paniere è inferiore rispetto a quanto accade per i Paesi dell’eurozona.
4. Politica monetaria più efficace
Quarto motivo. La politica monetaria elvetica della Banca nazionale svizzera (BNS) è stata più efficace di quella europea. Questo perché la BNS gestisce la politica monetaria di un solo Paese, quella della Svizzera. La Banca centrale europea (BCE) deve tenere in considerazione gli interessi di tutti i 20 Stati che aderiscono alla zona euro. Non semplice se teniamo in considerazione il fatto che il tasso d’inflazione in Spagna è ora del 2,3% mentre in Austria è del 7%. La Svizzera ha dunque potuto contrastare meglio l’inflazione, un po’ come gli Stati Uniti, dove il tasso ora si aggira attorno al 3%.
5. Inflazione prevedibile
Quinto motivo, e lo avevo già anticipato nel maggio/giugno del 2020, il Covid-19 ha portato a una “vampata inflazionistica”. Durante il lockdown abbiamo avuto un tasso di risparmio maggiore rispetto agli anni precedenti: meno mobilità, meno spese.
Questi risparmi sono poi stati spesi dopo la fine della pandemia, a partire dal 2022. È avvenuto quello che possiamo chiamare “domanda di recupero di beni e servizi”. Dopo quasi due anni di risparmi, la gente ha ripreso a spendere, cosa che ha portato alla massiccia riduzione dei risparmi.
L’offerta non è stata in grado di seguire la domanda con il conseguente aumento dei prezzi. Anche in questo caso la Svizzera, grazie alle sue minori limitazioni rispetto ad altri Paesi e soprattutto grazie alla precoce fase di normalizzazione, la ripresa della spesa è stata anticipata e la domanda di recupero è stata diluita nel tempo. Ciò ha evitato i picchi inflazionistici che hanno conosciuto gli altri Paesi.
Tasso d’inflazione, cos’è e come si calcola?
Ma come viene calcolata l’inflazione? Vediamo alcuni termini ricorrenti quando si parla di inflazione.
Indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC)
L’IPC misura il rincaro dei beni e servizi rappresentativi del consumo delle economie domestiche. Indica di quanto i consumatori e le consumatrici devono aumentare o diminuire le loro spese per mantenere lo stesso volume di consumo a dispetto delle variazioni dei prezzi.
La rilevazione dei prezzi
L’indice nazionale dei prezzi al consumo viene calcolato mensilmente dall’Ufficio federale di statistica (UST). A tale scopo, ogni mese vengono rilevati circa 100’000 prezzi dall’istituto per la ricerca di mercato DemoSCOPE su mandato dell’UST oppure dall’UST stesso. La rilevazione avviene direttamente nei punti vendita, tramite dati scannerizzati, per telefono, su Internet oppure con dati di mercato disponibili elettronicamente durante le prime due settimane del mese.
Paniere tipo
Per misurare l’evoluzione dei prezzi viene definito un cosiddetto “paniere tipoCollegamento esterno“. Il paniere contiene una selezione fedele dei beni e servizi consumati dalle economie domestiche ed è ripartito nei 12 settori di spesa riprodotti nel grafico. Ogni gruppo principale è ponderato in base alla sua quota nelle spese delle economie domestiche.
Per rispecchiare il più fedelmente possibile le spese reali delle economie domestiche, la ponderazione è adeguata ogni anno sia in Svizzera, sia nell’Ue.
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