“La sostenibilità non è una moda passeggera”
Svizzera batte Italia 73 a 25 nei rendiconti sulla sostenibilità d’impresa. È questo uno dei risultati più sorprendenti emersi dalla ricerca sulla sostenibilità come fattore di competitività nel settore transfrontaliero presentati in anteprima da Jenny Assi, docente e ricercatrice della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), nel quadro della Giornata dell’economia a Lugano dedicata al tema della responsabilità sociale delle imprese.
Economia circolare, sostenibilità e responsabilità sociale dell’impresa (CSR, corporate social responsibility) sono i termini più in voga del linguaggio economico per indicare il cambiamento in corso da un sistema orientato ai risultati di breve periodo a un sistema orientato alla creazione di valore a lungo termine per i diversi portatori d’interesse: i consumatori, i fornitori, la comunità e gli azionisti.
“Non è una moda passeggera. I segnali sono importanti ad esempio in ambito ambientale, dove dobbiamo muoverci verso l’obiettivo di zero emissioni nette di gas serra entro il 2050, ma anche nell’ambito del benessere aziendale. Ci sono costi relativi alle malattie professionali, che sono cresciuti molto in questi anni. Le aziende sono quindi chiamate ad assumere la loro responsabilità sociale per evitare eccessive esternalità negative”, sottolinea Jenny Assi, docente e ricercatrice del Centro competenze management e imprenditorialità della SUPSI, che prosegue dicendo:
“I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU vengono sempre più utilizzati dalle imprese come elementi di riferimento per indirizzare i propri investimenti e in alcuni casi per allinearsi a questi obiettivi. Basti pensare che Larry Fink, presidente e fondatore del colosso finanziario BlackRock ha invitato i CEO di importanti aziende a non fare solo profitto, ma a fare profitto attraverso uno scopo con un impatto positivo sulla società”.
Giornata dell’economia 2020
Alla giornata dell’economia 2020Collegamento esterno organizzata dal Dipartimento delle finanze e dell’economia del Cantone Ticino hanno partecipato a Lugano oltre 300 persone provenienti dal mondo economico, politico e accademico che si sono confrontate sul tema della responsabilità sociale delle imprese.
Le aziende partecipanti hanno potuto scambiare le loro esperienze in questo campo nell’ambito di workshop tematici. Un video intervento del professor Enrico Giovannini, economista, statistico, accademico e portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, e un approfondimento di Ferruccio de Bortoli, già direttore del Sole 24 Ore e del Corriere della Sera e, attualmente, editorialista del Corriere del Ticino, hanno permesso di allargare lo sguardo sulle tendenze internazionali.
Dagli obiettivi di sviluppo globali agli obiettivi locali il passo è subito fatto per verificare l’impatto concreto di questo cambio di paradigma anche nel territorio transfrontaliero. Nell’ambito della giornata dell’economia a Lugano la SUPSI ha presentato in anteprima i risultati della ricerca SMARTCollegamento esterno dedicata alle strategie sostenibili e le buone pratiche delle aziende responsabili nel territorio transfrontaliero. Questa ricerca è stata effettuata nell’ambito del progetto di cooperazione INTERREG fra Svizzera e Italia.
Il rapporto di sostenibilità
I ricercatori della SUPSI e dell’Università BocconiCollegamento esterno hanno analizzato i rapporti di sostenibilità e l’impegno delle aziende nel campo della responsabilità sociale di 525 imprese in Ticino e 512 imprese nelle province di Como e Lecco. Il 14% delle aziende sul territorio ticinese pubblica un rapporto di sostenibilità, mentre solamente il 5% delle aziende sul territorio di Como e Lecco utilizza questo strumento di comunicazione.
“Il rapporto di sostenibilità è molto più diffuso in Ticino che in Italia. Questo risultato ci ha un po’ stupito, perché l’Italia, come paese che fa parte dell’Unione Europea, è già soggetta all’obbligo di redigere un rapporto di sostenibilità per le imprese di interesse pubblico con più di 500 dipendenti. Ci aspettavamo che questa normativa avesse incentivato le imprese a utilizzare questo strumento di comunicazione che è anche uno strumento strategico molto importante per le aziende”, spiega Jenny Assi, co-autrice della ricerca transfrontaliera, che continua dicendo: “Il fatto di aver inserito nella Costituzione federale e in quella cantonale il tema della sostenibilità denota una sensibilità e attenzione in Svizzera per questo tema”.
In Ticino il 23% delle imprese analizzate ha una parte dedicata alla responsabilità sociale dell’impresa sul sito internet. Fra le aziende con sede in Ticino, che pubblicano il rapporto di sostenibilità, le aziende nazionali sono le più rappresentate (49%) seguite dalle multinazionali (34%) e dalle aziende locali (16%).
I ricercatori hanno identificato 5 aree principali nei rapporti di sostenibilità: la governance, il mercato, la gestione delle risorse umane, la comunità e l’ambiente.
Il servizio del Quotidiano sulla situazione in Ticino in ambito di responsabilità sociale delle imprese:
La sostenibilità come fattore di competizione
Sul fronte del governo aziendale il codice etico di condotta, il riferimento agli obiettivi dell’agenda di sviluppo sostenibile dell’ONU e ai principi di rendicontazione della Global Reporting Initiative sono fra gli strumenti più utilizzati dalle aziende con sede in Ticino. Il 40% dei rapporti di sostenibilità è sottoposto a una verifica esterna.
Nei rapporti con il mercato l’impegno per prodotti sostenibili, l’impegno per la protezione dei consumatori e dei clienti sono fra le principali azioni menzionate dalle aziende con un’attenzione particolare all’origine e alla sostenibilità delle materie prime, alla riduzione degli imballaggi e all’uso di materiale riciclato.
Nel settore bancario e assicurativo la promozione di investimenti sostenibili e la creazione di nuovi prodotti assicurativi contro i rischi ambientali assumono un ruolo importante in questa fase di cambiamento.
“I capitali si stanno muovendo verso investimenti sostenibili e premiano quelle aziende che hanno dimostrato di attuare processi di miglioramento continui per quanto riguarda i loro impatti ambientali, sociali ed economici”, rileva Jenny Assi.
Nei rapporti con la comunità, le donazioni e le sponsorizzazioni e il sostegno alla formazione sono uno strumento importante nella cura delle relazioni con il territorio, mentre il volontariato d’impresa è ancora poco diffuso in Ticino.
Mobilità sostenibile e retribuzioni corrette
Nell’ambito della mobilità e della logistica sostenibile c’è un forte potenziale di sviluppo con un maggior utilizzo dei mezzi pubblici, la condivisione delle automobili e la promozione di navette aziendali. Nei rapporti con i collaboratori la formazione, le possibilità di conciliare vita e lavoro, la salute e la sicurezza sul lavoro sono prioritarie per le aziende ticinesi analizzate dai ricercatori della SUPSI.
“Ogni azienda può fare la sua parte, adottando misure concrete che rientrano nei molteplici ambiti della responsabilità sociale. Non vi è solo la tutela dell’ambiente, ma anche il rispetto dei diritti umani, l’utilizzo di materie prime sostenibili, l’attenzione e la promozione del benessere dei propri collaboratori. Anche le retribuzioni corrette dei propri collaboratori ne fanno parte,” ha rilevato Christian Vitta, Presidente del Consiglio di Stato e responsabile del Dipartimento delle finanze e dell’economia del Cantone Ticino.
I prossimi passi
Le imprese mostrano una sensibilità crescente nell’assunzione delle loro responsabilità sociale, come aveva mostrato anche l’analisi congiunturale 2019/2020Collegamento esterno della Camera di commercio, industria, artigianato e servizi del cantone Ticino. Le buone pratiche possono ispirare le altre aziende a imitare le imprese più virtuose che di regola sono le aziende di grandi dimensioni ad esempio nel settore farmaceutico, del commercio al dettaglio e manifatturiero. Oltre il 90% delle imprese in Ticino è tuttavia costituito da aziende con meno di 10 persone.
“Per le aziende di piccole dimensioni la responsabilità sociale è una sfida soprattutto per quanto riguarda gli strumenti di comunicazione. È impensabile poter redigere un rapporto di sostenibilità sulla base delle linee guida della Global Reporting Initiative. Sono particolarmente difficili da realizzare le buone pratiche relative alla gestione del personale, del benessere aziendale e della mobilità. In queste aree le piccole imprese devono mettersi in rete e creare sinergie con le aziende più grandi e il settore pubblico,” conclude la ricercatrice Jenny Assi.
A breve il Dipartimento dell’economia e delle finanze presenterà una richiesta di credito quadro Collegamento esternoper misure destinate a sensibilizzare, formare e promuovere la responsabilità sociale delle imprese. Il 5 marzo a Como l’Università Bocconi presenterà i risultati approfonditi della ricerca SMART sulla sostenibilità e la responsabilità sociale delle imprese di Como e Lecco. Ne sapremo allora di più sulla sfida virtuosa fra aziende svizzere e italiane nel campo della responsabilità sociale.
Iniziativa imprese responsabili
In Svizzera la responsabilità sociale delle multinazionali è al centro di un intenso dibattito politico. I promotori dell’iniziativa popolare “Per imprese responsabili – a tutela dell’essere umano e dell’ambiente”Collegamento esterno chiedono di inasprire le regole di diligenza e responsabilità aziendale.
Secondo l’iniziativa le imprese possono essere chiamate non solo a rispondere dei danni causati dalla propria attività, ma anche a quelli delle imprese che controllano economicamente, violando diritti umani riconosciuti o norme ambientali internazionali.
L’iniziativa è attualmente al vaglio del Parlamento che non ha ancora trovato un consenso sul controprogetto da opporre all’iniziativa. Nel dibattito parlamentare il Governo svizzero ha proposto di introdurre l’obbligo di un rapporto sulla sostenibilità, come nell’Unione Europea, senza tuttavia introdurre regole più severe sulla responsabilità delle multinazionali.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.